La pellicola è tratta da un libro biografico scritto dallo stesso protagonista delle vicende, Chris Kyle, il cecchino dei Navy Seal americani con più vittime confermate sul campo e un curriculum militare da fare invidia a Rambo. Nei panni di Chris c’è un tozzissimo Bradley Cooper, che ha preso 20 chili per fare questo film, di cui una decina sono finiti sul collo taurino. Chris nasce in Texas, allevato col fratello da un padre che probabilmente ha la bandiera americana tatuata sul braccio. Da grande fa il cowboy nei rodei, ma dopo un attacco terroristico decide di arruolarsi nei Seal, uno dei corpi speciali dell’esercito. Diventa un cecchino, si sposa e parte per l’Iraq, dove mette alla prove le sue abilita di soldato per sradicare il terrorismo.
Nonostante la buona recitazione di Cooper e di Sienna Miller, però, il film ha qualche ingranaggio guasto. Lo scopo dovrebbe essere far vedere il cambiamento degli uomini durante la guerra, ma il focus è centrato male e il centro della storia sembra essere semplicemente un semplice spara spara contro i cattivoni terroristi (tanto che ogni ragazzino terrorista che viene ucciso fa esultare il pubblico, mentre ogni volta che muore un americano il pubblico parte con i “che bastardi”). La storia alterna momenti in guerra con momenti a casa, ma i secondi sono troppo veloci e non danno il tempo di capire il peso che il soldato porta sulle spalle quando non combatte. Servirebbero maggiori approfondimenti sulle relazioni umane fuori e dentro la battaglia. La moglie è l’unico personaggio ad avere una certa tridimensionalità, per quanto blanda, mentre gli altri personaggi sono di un piatto che veramente fa paura. Il regista dagli occhi di ghiaccio esalta il soldato e uccide l’uomo, facendo così perdere senso alla sua storia. Le scene cruente in guerra sono ottime e giustificate dal tema, ma la lentezza con cui si svolgono costringono il film ad accelerare tutto il resto, rendendo la sindrome da stess post traumatico del protagonista una cosa piuttosto superficiale che viene superata in circa 5 minuti di pellicola.
Forse proprio a causa delle tante aspettative che questo film si portava dietro, la delusione per la sua visione è stata tanta. Certamente non un film brutto, anzi a un primo impatto è anche abbastanza gradevole, ma che quando si va ad analizzare perde consistenza e si sgretola nelle sue mancanze e lacune. Forse gli 80 anni di Clint iniziano a farsi sentire.