“Americanah” di Chimamanda Ngozi Adichie.

Creato il 20 ottobre 2014 da Leultime20 @patrizialadaga

Quando un romanzo riesce a raccontare in modo semplice esistenze complicate, a portare il lettore in tre continenti, radiografando in modo impietoso la cultura che li guida, quando ha uno stile narrativo avvincente e denso di osservazioni acute, esposte con irriverente ironia, be’, un romanzo così non può che essere il paradiso del lettore. Americanah, di Chimamanda Ngozi Adichie (Einaudi), lo è.

Americanah è una storia che si intuisce almeno parzialmente autobiografica. Impossibile, infatti, non identificare Ifemelu, la giovane protagonista del romanzo, con la trentasettenne autrice nigeriana, già al suo terzo romanzo. Entrambe si sono trasferite negli Stati Uniti ai tempi dell’Università e pare verosimile che molte delle esperienze vissute da Chimamanda negli Usa siano diventate materiale letterario.

A fare da filo conduttore di Americanah è la storia d’amore della sua protagonista con Obinze, un giovane e intelligente nigeriano che ai tempi della dittatura militare sogna di trasferirsi con Ifemelu negli Stati Uniti. Un sogno che soltanto la ragazza riuscirà a realizzare, mentre Obinze, inizialmente, finirà a Londra.

I due si perderanno di vista durante quindici, lunghi, anni fino al giorno in cui Ifemelu, sorprendendo amici e parenti, deciderà di lasciare gli Stati Uniti, dove ormai ha successo come giornalista e autrice di un famoso blog dedicato ai temi razziali. La donna sceglie di tornare a Lagos, nella sua Nigeria natale, spinta dal desiderio di trovare una serenità che nemmeno il raggiunto benessere e una parvenza di integrazione razziale, puntualmente demolita attraverso i post del suo blog, riescono a regalarle.

Il blog andava alla grande, aveva ogni mese migliaia di straordinari visitatori, e lei guadagnava bene con le conferenze, aveva una borsa di studio a Princeton e una relazione con Blaine [...], eppure aveva il cemento nell’anima.

In Americanah i luoghi comuni sulla razza, il modo della gente di colore di concepire se stessa in rapporto ai bianchi, le amicizie tra bianchi e neri, le differenze tra neri nati negli Stati Uniti e quelli immigrati o la diversa collocazione nella scala sociale in base al tono di nero della pelle, sono temi che vengono trattati con grande ironia ed impertinente schiettezza da Chimamanda Ngozi Adichie attraverso i post dell’immaginario blog “Razzabuglio” di Ifemelu.

Cari Neri Non Americani, quando fate la scelta di venire in America, diventate neri. Chiusa la discussione. Smettetela di dire sono giamaicano o ghanese. All’America non interessa. Che importa se nel vostro paese non eravate «neri»? Ora siete in America. Abbiamo tutti i nostri momenti di iniziazione nella società degli ex negri. La mia è avvenuta in una classe al college quando mi hanno chiesto di dare il punto di vista nero, solo che non avevo idea di cosa fosse. Quindi mi sono inventata qualcosa. E ammettetelo, voi dite «non siamo neri» solo perché sapete che i neri stanno in fondo alla scala razziale americana. E questo non vi va. Inutile negarlo adesso. Come sarebbe se i neri avessero tutti i privilegi dei bianchi? Direste lo stesso: «Non chiamarmi nero, sono di Trinidad»? Non credo proprio. Allora siete neri, cari miei.

Il romanzo di Chimamanda Ngozi Adichie è costellato di variopinti personaggi le cui storie si intrecciano con sorprendente naturalezza e nonostante uno stile straripante e fitto di dialoghi (una nota di merito va alla traduzione di Andrea Sirotti che non deve aver avuto vita facile con questo libro), non si ha mai la sensazione di essersi perduti, come talvolta accade in questo tipo di narrazioni.

Gli uomini e le donne che popolano le pagine di Americanah diventano presto familiari al lettore, le loro conquiste, i loro amori e le loro sconfitte, che hanno sempre sul fondo la realtà sociale e politica americana e nigeriana, si snodano in un caos ordinato e quando il libro finisce, si ha la sensazione di aver viaggiato davvero con i personaggi attraverso le incoerenze culturali dei bianchi come dei neri di qualsiasi nazionalità.

Americanah è un romanzo che, senza toni di accusa, ma con brio e sagacia, dice al lettore una grande verità: il mondo, da qualsiasi parte lo si osservi, è un luogo assai meschino. Ma c’è l’amore, che ha un solo colore. Aggrappiamoci a quello.

  • Titolo: Americanah
  • Titolo originale: Americanah
  • Autore: Chimamanda Ngozi Adichie
  • Editore: Einaudi
  • Traduzione: Andrea Sirotti
  • Pagine: 466
  • Prezzo: 21€
  • Voto: 9

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