Americans do it better

Da Siboney2046 @siboney2046

C’è un settore in cui, per quanto noi ci possiamo impegnare, gli Americani saranno sempre una spanna più in alto di noi e questo settore è la commedia romantica.
Sabato sera ho avuto la terribile occasione di vedere un abominevole film italiano, Come trovare nel modo giusto l’uomo sbagliato, pellicola del 2011 di Salvatore Allocca e Daniela Cursi Masella. Fra gli interpreti figurano Francesca Inaudi, Giorgia Surina, Giulia Bevilacqua ed Enrico Silvestrin. La storia è una palese trasposizione all’italiana di un film del 2001 di Tony Goldwyn, Qualcuno come te (Someone like you), tratto dal romanzo di Laura Zigman, La teoria della mucca nuova (Animal Husbandry), nel cui cast si trovano, fra gli altri, Ashley Judd, Hugh Jackman e Marisa Tomei. La storia è molto divertente e a tratti amara; una giovane donna, Jane Goodale, delusa ed infelice per l’improvvisa fine del suo amore con un collega di lavoro, dopo essersi trasferita per dispetto da un altro collega, famoso sciupafemmine, crea una fantomatica quanto strutturata teoria sulla similitudine tra uomini e tori in amore per consolarsi del suo abbandono: come gli uomini si stancano presto delle loro compagne per trovarne di più giovani ed attraenti, così i tori si rifiutano di montare mucche già fecondate. Nella versione italiana la storia è ripresa passo passo, sostituendo con i cavalli la teoria dei tori. Sarebbe bello se le differenze si fermassero qui e invece no perché il film italiano è un vero orrore, molto più sconvolgente di qualsiasi pellicola di Dario Argento. L’intero film è una sequenza di luoghi comuni su uomini e donne che si alternano a deliranti dialoghi tra le nevrotiche e strampalate amiche (Inaudi, Surina e Bevilacqua) piuttosto finti e mal interpretati, scene di sesso inutili e mal girate e dichiarazioni d’amore insulse. Un siparietto tragicomico senza né capo né coda! Attori palesemente incapaci di rendere realistica qualsiasi scena e che anziché far ridere, come vorrebbero, rattristano nel profondo.
Anche la scelta dei personaggi mi fa pensare: Francesca Inaudi ed Enrico Silvestrin? Volete dirmi che non abbiamo due attori migliori di questi due?

Che poi, attori… parole grosse! Certo, dall’altra parte avevamo una coppia di una certa taratura, voglio dire, parliamo di Ashley Judd e Hugh Jackman!

Ashley è bravissima ad interpretare Jane, delusa e ferita come ogni donna abbandonata: riesce a farci sentire la voglia di liberarci da un dolore intenso e al contempo ci fa ridere per le sue disavventure. La sua voglia di riscatto ci prende e non possiamo non fare il tifo per lei!

Francesca Inaudi è terribile, non mi è mai piaciuta. Ha l’espressività di una sedia ed in questo film ci fa sentire tutta l’inadeguatezza del personaggio che anziché suscitarci compassione, ci incita al disappunto!

Dobbiamo parlare degli uomini? Cioè volete che confronti Enrico Silvestrin…

…con Hugh Jackman??

So che non lo volete.
Questa non vuole essere un’ode alla cinematografia americana: a me piacciono i film italiani (Le conseguenze dell’amore, per fare nomi), se sono fatti bene e non mi piacciono i film americani se sono fatti male (vedi, The American, per citarne uno). Ma qui siamo oltre il bene ed il male: mi chiedo se i registi Allocca e Masella abbiano mai visto il frutto del loro lavoro per intero, perché sono certa che se avessero avuto una minima nozione di cinematografia si sarebbero resi conto dello scempio che hanno realizzato! Un film debole sotto ogni punto di vista (regia, sceneggiatura, interpretazione…), anzi, che fa acqua da tutte le parti!
La controparte americana, invece, è assolutamente ineccepibile: divertente ma non sguaiato, sofferente, ma non lacrimevole, misurato e ben dosato. Certo, non stiamo parlando di un film d’essay candidato all’Orso d’oro, è una semplice commedia romantica. Ma come la sanno fare gli americani, non sa farla nessuno!


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