Oggi si riapre il processo Eternit con l’appello dopo una condanna in primo grado di 65 e 91 anni rispettivamente contro Stephan Schmidheini e Louis de Cartier, per anni responsabili dell’impresa Eternit e delle morti correlate. E se in Italia (vedi cartina geografica in fondo) la sua produzione è stata proibita, nel resto del mondo continua eccome. Fuori dall’Europa, alla conquista di nuovi mercati nei paesi in via di sviluppo, dove tanto la vita, la legge e l’etica “valgono meno”: Africa, Sudamerica, Asia, poco importa no?
Da buon latino americanista sto provando a capire che cosa succede nel continente latino e la situazione non è affatto tranquilla: in Brasile l’Eternit si presenta come “un’impresa fiorente e socialmente responsabile”, pur in mezzo a crescenti proteste (Così per cominciare…Vedi articoli – in portoghese, ma ci si intende benissimo - QUI e un video QUI ), mentre in Costa Rica e America centrale Schmidheiniprova da anni, con un inquietante discreto successo, a riciclarsi come un “Al Gore tropicale”, cioè un guru dello sviluppo sostenibile che finanzia centri di ricerca e iniziative di vario tipo. Conversione verde o pulizia d’immagine? Allora ecco la scheda di AMIANTO e ne riparliamo presto, che dite?
[Tweet FabrizioLorusso]
Un libro terribile e bellissimo. Dolore, divertimento, pena, riflessione, compartecipazione. Una nuvola di sensazioni alternanti e contrapposte, quali solo uno scrittore vero riesce a condensare.
dalla prefazione di Valerio Evangelisti
Questa è la storia di Renato, un operaio cresciuto nel dopoguerra che ha iniziato a lavorare a quattordici anni. Un lavoratore che scioglieva elettrodi in mille scintille di fuoco a pochi passi da gigantesche cisterne di petrolio. Un uomo che respirava zinco, piombo e una buona parte della tavola degli elementi di Mendeleev, fino a quando una fibra d’amianto, che lo circondava come una gabbia, ha trovato la strada verso il torace. Poi, chiuso il libretto di lavoro, quella fibra ha cominciato a colorare di nero le cellule, corrodendo la materia neurale. Una ruggine che non poteva smerigliare, lesioni cerebrali che non poteva saldare.
Amianto è una scorribanda nella memoria tra le acciaierie di Piombino e quelle di Taranto, tra le raffinerie liguri e gli stabilimenti di Casale Monferrato, tra il calcio di strada in un’Ilva dimenticata in provincia e le risse domenicali lungo la via Aurelia. Un Lessico famigliare proletario con cavi elettrici impazziti e sarcastici aneddoti dal mondo operaio. Un’epopea popolare ma anche un’inchiesta che riapre una ferita sociale, scritta da una voce narrativa che reclama attenzione e conferma un talento sempre più maturo.
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- Conversazione su Amianto di Alberto con WU MING
Alberto Prunetti è nato a Piombino (LI) nel 1973. Suo padre era saldatore e tubista. Ha scritto Potassa (2003), L’arte della fuga (2005) e Il fioraio di Perón (2009). Ha collaborato con “il manifesto” e “A-Rivista” ed è redattore di Carmillaonline.
LO TROVI QUI: http://www.agenziax.it/?pid=67&sid=30
13 euro – 160 pp. – illustrato ISBN 978-88-95029-65-8