Amici dei disoccupati

Creato il 12 febbraio 2014 da Biagiochi @biagiochi

Volendo risultare a chi legge sia credibile che elegante, mi riesce difficile trovare le parole per evitare semplicemente di dire che Amici è diventato, negli anni, un programma brutto. Ci proverò spiegando che tutti gli espedienti messi in campo nelle ultime edizioni, in primis l’onnipresente “maglia nera”, sembrano voler coprire una carenza imbarazzante di talento negli alunni della scuola più longeva della tv. Colpa di criteri di selezione che fanno acqua da tutte le parti. Ma se la nave affonda non può essere a causa di un’unica falla.

Il problema più grande è che Amici nemmeno ci prova a sopperire alla mancanza di spettacolo e di, oserei dire, teatralità, elementi che fra il serio e il faceto hanno caratterizzato gli anni d’oro del talent. Cerca semplicemente di nasconderla. Sono lontani i tempi delle standing ovations tributate alla Amoroso, delle diatribe (inutili ma divertenti) su collo del piede e sul physique du role dei ballerini.

Oggi Amici è una copia odiosa e detestabile dei ricordi peggiori della scuola, quando i professori sembravano accanirsi sugli studenti senza alcun motivo e il tempo passato a studiare non bastava mai. Voti, divise, interrogazioni, bocciature hanno di fatto un tale peso specifico che di talent e di show non resta che un ricordo sbiadito. La scuola di Maria si uniforma così alla triste realtà in cui viviamo noi comuni mortali lontani dalle magie del piccolo schermo: laurearsi vincitori alla presenza del Magnifico Rettore De Filippi significa unirsi alla schiera già ben nutrita di disoccupati del nostro paese. Questo, se non altro, fa di Amici un programma terribilmente vero.