Ho esitato un po’ ad affrontare questo tema, forse per paura di perdere quei pochi amici che mi sono rimasti. Poi mi sono detta ma se questi amici vivono ad almeno tremila chilometri di distanza, anzi la maggior parte si trovano dall’altra parte del globo terracqueo, ossia a circa novemila chilometri di distanza, perché non riflettere su questo tema tanto attuale nel mondo globalizzato?
Da tempo medito sul significato dell’amicizia e mi rendo conto che più ci penso, meno capisco cosa sia questo legame umane, ormai così in disuso. Certo il vecchio adagio “Chi trova un amico, trova un Tesoro” regge al passo del tempo, soprattutto quando ti ritrovi circondato da amici virtuali, quelli che si sforzano di premere “mi piace”, “like” o “me gusta”. E’ tutta lì l’amicizia, condensata in un tasto, così facile da sfiorare su un touch screen? Purtroppo a volte ho l’impressione che sia proprio così. Senza voler
Proprio ieri ho letto un articolo di un accademico che invitava a lavorare meno e vivere di più. http://www.timeshighereducation.co.uk/features/work-less-do-more-live-better/2014929.fullarticle#.U-geM9YQxRN.facebook. Pubblicato sul prestigioso Times Higher Education, “Work less, do more, live better” consiglia appunto di trovare il tempo per coltivare le relazioni interpersonali poiché passare troppe ore alla scrivania può essere controproducente sia per la salute fisica e mentale, sia per la produttività. Per quanto si possa pensare che la finalità dell’articolo sia smitizzare la produttività, il messaggio va proprio in senso contrario. L’economia neoliberale scopre il potenziale produttivo dei rapporti umani. Una delle regole d’oro dell’autore britannico è dedicare più tempo agli altri, non per altruismo, ma perché, in ultima istanza, si tratta di una strategia atta a migliorare la nostra qualità della vita, oltre, ovviamente, alla produttività. Dimentichiamoci l’altruismo, l’amore per il prossimo e ricordiamo che gli altri possono esserci utili, non solo per i favori che di quando in quando possiamo chiedere, ma per il nostro benessere. Apriamoci dunque agli incontri. Ne protremo trarre dei vantaggi. Regola numero uno per coltivare il tanto agognato well being è appunto “Connect. Cultivate your human relationships at work.” Attenzione, dunque, non si tratta di fare amicizia, ma di coltivare relazioni umane. Non si parla di friendship, ma di qualcosa di diverso. So che in questo paese così dedito al giardinaggio, coltiveranno anche le relazioni umane, a patto che non si eccedano certi limiti e non si cerchi di superare la soglia della cortesia formale per entrare in quel pantano esigente chiamato amicizia.
Per agevolare il compito al di fuori dell’ambito lavorativo sorgono i vari gruppi di MeetUp, portale che permette incontrare persone con interessi simili.
Dati i miei interessi credo che inizierò con il “Table Conversations: Dessert and Coffee.” Nella solitudine della società liquida, niente di meglio di un buon caffè e, male che vada, qualcosa di dolce. Prossima riunione: 13 agosto. Stay tuned!