Amore al primo boccone. Il cibo nella cultura tra amore ed eros.

Da Aldo @AldoLissi
Parlare del rapporto tra cibo, amore ed eros è indubbiamente un'avventura complicata, fatta di mille aspetti e particolarità che segnano differenze, tracciano percorsi e generano continue commistioni.
Certo è, inutile negarlo, che questo rapporto è ampiamente presente nell'arte e nella letteratura di tutti i tempi, partendo dal mondo antico per arrivare fino ai nostri giorni, chiaramente con modalità e significati differenti, che si sono evoluti o differenziati  in funzione della società.
In questo grande sistema la fanno da padrone i cosiddetti "cibi afrodisiaci" che ancora oggi riscuoto successo e curiosità sia nel mondo maschile che in quello femminile. Parlando però dal punto di vista culturale occorre fare, a mio avviso, alcune precisazioni; vi sono infatti diverse forme culturali attraverso cui un cibo può essere considerato afrodisiaco. In primo luogo non si può non ricordare cibi inusuali, esotici, che le convinzioni comuni li fanno rientrare in questa categoria; vi sono anche alimenti comuni, che fanno parte del patrimonio culturale e gastronomico di un territorio la cui tradizione vuole posseggano particolari proprietà o effetti sull'organismo; oppure vi sono cibi che di per se non sono particolarmente afrodisiaci, ma la cui ritualità associata li rende tali.

(Francois Boucher, 1768)


Con questo ultimo punto debbono essere menzionati due importanti aspetti: il primo riguarda la gestualità legata alla preparazione del cibo e all'abbinamento di vari ingredienti, in questo primo caso sono proprio queste caratteristiche a fare la vera differenza tra un cibo normale e uno considerato afrodisiaco; il secondo sono le ritualità associate al suo consumo. Il modo di consumare le ostriche e il caviale sono degli esempi molto significativi, non solo per la gestualità ma anche e soprattutto per i significati che assumono.
Uno dei principali poteri che acquista il cibo in questo grande rapporto è la capacità di indurre il desiderio attraverso l'evocazione, che si esprime in differenti modi: esperienze pregresse, desideri nascosti o sopiti, ma anche la pura immaginazione. Isabel Allende, una delle più grandi scrittrici latinoamericane, nella breve citazione che ora propongo tratta dal suo libro "Afrodita", riesce a spiegare bene questo ultimo aspetto preso in analisi.
" (...) Gli uomini che sono passati dalla mia vita li ricordo così, alcuni per la qualità della loro pelle, altri per il sapore dei loro baci, l'odore dei loro indumenti o il tono dei loro sussurri, e quasi tutti sono associati ad un alimento particolare. Il piacere carnale più intenso, goduto senza fretta in un letto disordinato e clandestino, combinazione perfetta di carezze, risate e giochi della mente, sa di baguette, prosciutto, formaggio francese e vino del Reno. Non posso separare l'erotismo dal cibo, e non vedo nessun buon motivo per farlo (...)"

Lo stralcio di testo proposto ci permette di constatare come e quanto la scrittrice sia legata al cibo, soprattutto a livello sessuale. Questo profondo legame fatto di desideri, ricordi, sensazioni tattili ed odorose non è confinato a quest'opera ma emerge, chiaramente con modalità differenti, in altri scritti.

(Joachim Beuckelaer, mercato in campagna,
particolare)

Il caso esposto non è certo isolato, in moltissime altre opere letterarie il cibo e l'eros o il cibo e l'amore appaiono presenti in desideri, scene, o progetti di personaggi o protagonisti; perfino in "I dolori del giovane Werther" di Goethe, perno dal quale si evolse il Romanticismo letterario, possiamo trovare questi aspetti.
Anche l'arte in questo grande e generale discorso è indubbiamente coinvolta. Già attraverso le rappresentazioni con finalità propiziatrici e afrodisiache del mondo antico il cibo si è caricato di significati amorosi e sessuali. Nel corso dei secoli poi, l'insieme delle simbologie nascoste di determinati prodotti o abbinamenti presenti nelle raffigurazioni pittoriche si è notevolmente arricchita ed evoluta, divenendo estremamente complessa e varia in funzione del territorio e delle tradizioni culturali locali.
Tutto questo patrimonio di tradizioni e convinzioni è giunto fino all'arte contemporanea, influenzandone gli stili e segnando anche in alcuni casi la vita degli artisti.

(Dalì, l'Atavism, litografia a colori da Les Diners de Gala)


Indubbiamente Salvador Dalì risulta l'esempio più calzante di tutto ciò. Pochi conoscono il suo stretto legame con il cibo, elemento che divenne, sotto certi aspetti, una vera e propria ossessione, condizionandone non solo l'evoluzione pittorica ma anche la vita. Del resto lui stesso affermò in un'intervista che da bambino il suo desiderio più grande sarebbe stato fare il cuoco. Cibo che permea la vita dell'artista che è ricchissima di episodi che vi sono legati, evocazioni familiari ma anche sessuali ed erotiche, che trovarono il loro culmine in Les Diners de Gala, ricettario illustrato pubblicato in origine nel 1973 e corredato da dipinti e incisioni a sfondo erotico.
Esempi, suggestioni e tradizioni che evidenziano ulteriormente lo stretto legame che unisce l'uomo con il cibo e la presenza di quest'ultimo in ogni aspetto della vita.
Buon San Valentino!