Ora vi starete chiedendo perché io non abbia fatto tutte le domande di rito prima di trasferirmi. Le ho fatte. Ho fatto una lista ad un'amica che ho poi spedito alla ricerca di casa qui in landa Scozzese, dato che io non potevo muovermi da Londra. Il risultato è che lei ha ignorato la lista e blabla, c'ho il bagno della casa della Barbie.
Ma nella lista di domande da fare prima di trasferire tutto in una nuova dimora, ho sempre tralasciato forse la più importante, ovvero: come sono i vicini?
Perché se una persona decide di cambiare casa, ci sono sempre dei motivi nascosti, che nessuno dirà mai. Un po' come quando ho raccontato che la mia vecchia scatoletta londinese era "caldissima in inverno", quando invece avere un materasso in giardino sarebbe stato meglio.
Dopo un mese in questa casa, penso che il vero motivo del trasferimento del vecchio inquilino non siano state le dimensioni del bagno, che alla fine sto cominciando ad apprezzare - c'è meno da pulire, ma siano stati i vicini di casa.
Il mio palazzo, grigio come tutti i palazzi della città, è costituito da 15 appartamenti. Su 15 appartamenti, 12 sono popolati da pazzi psicopatici.
Sono tutti scozzesi che più scozzesi di così penso che solamente gli haggis, e c'hanno tutti da urlare, sbattere porte, suonare campanelli nella notte, litigare.
Il primo giorno che ho incontrato i gentili inquilini della casa al piano terra ho pensato: "Ok, me ne vado". Due soggetti dalla tipica faccetta drogata confabulavano davanti all'ingresso con terzo simpatico personaggio con una faccia che ricordava molto quelle di Trainspotting. "Good Morning" dico io. "FheurhMornidda" dice uno. E mi sorride. Con gli ultimi tre denti rimasti.
Loro sono quelli che hanno un giro d'affari che non sapete, c'è sempre qualcuno che bussa alla porta, alle finestre, che urla di farlo entrare. Quelli con cui fanno affari i miei vicini sono personcine educate e carine, tengono sempre la porta aperta quando ti vedono arrivare e sono sempre belli palliducci.
Dopo qualche giorno di silenzio e nessuno strano urlo nella notte, chiedo spiegazioni a quello bello e biondo che vive con me, nonché Australia: "Darling, non sento più quelli di flat 2." "Ah, sì, ecco cosa mi sono dimenticato di dirti: l'altro giorno mentre eri sotto la doccia è venuta la polizia, ha bussato alla porta e mi fa "E' la polizia. Apra. Stiamo indagando sui vicini." E insomma, amore, ci hanno arrestato i vicini."
Che peccato.
Qualche giorno dopo ho incontrato la signora di sopra. La signora di sopra è una vecchia barbuta. La vecchia signora mi comincia a parlare e io non capisco niente se non: "Tu sei nuova non chiudi mai la porta d'ingresso! Che poi entrano gli sconosciuti". "Signora, comunque io più che degli sconosciuti mi preoccuperei di quelli nel Flat 2." "NON CAPISCO PARLA PIU' FORTE. CHE ACCENTO STRANO HAI." "A signò, senti chi parla."
Ma la vera matta è la signora nell'appartamento 8. La signora nell'appartamento 8 non si vede mai. Le sue storie vengono narrate dagli altri inquilini come leggende: ricordi quella volta che è impazzita durante la notte e l'abbiamo fatta rinchiudere in manicomio, ricordi quando abbiamo chiamato la polizia e l'hanno rinchiusa in ospedale, ricordi quella volta che ha minacciato il tizio di sopra con un coltello e ha dato fuoco alla cucina. Ah, no, aspetta un attimo, quella volta c'ero anche io.
La settimana scorsa apro la finestra per salutare la ridente Edimburgo e mi ritrovo quattro camion dei pompieri sotto casa.
La mattina si sa, nessuno è molto sveglio, allora rido tra me e me guardando i pompieri scendere e prepararsi all'incendio del secolo e penso: chissà che cosa sarà successo, comunque in questa città ce n'è sempre una, altro che Londra. Edimburgo, è qui dove c'è l'azione, il brivido, il no scusa, ma questi stanno entrando nel mio portone.
Insomma, la signora dell'appartamento 8 aveva, nell'ordine:
A-minacciato il mio vicino con un oggetto (non è dato sapersi che oggetto, non ho capito cosa stesse dicendo) che pure lui, Dio l'aiuti che me lo sono ritrovato davanti con le ciabatte gialle, la maglietta sporca di sugo e una birra in mano alle 11 di mattina che mi blaterava in faccia cose sconosciute, e poi urlava: "CHIUDETELA IN OSPEDALEEEE, E' NUTS!" che non sta per noccioline, ma per pazza psicopatica;
B- dato fuoco alla cucina, chiuso tutte le finestre per morire meglio e si era barricata in casa.
Ma tutto è finito per il meglio: è arrivata la polizia, in realtà la cucina non aveva preso fuoco, e poi l'hanno portata in ospedale.
Quindi per ora siamo tutti tranquilli. Abbiamo ridotto il numero di pazzi nel palazzo.
A meno che non impazzisca io.
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