Gli uomini ci accusano di essere diventate cacciatrici. Questo li destabilizza e gli ha fatto perdere fiducia nel genere femminile. Ma quando mai noi donne abbiamo rinunciato a scegliere i nostri partner? Quello che abbiamo perso, semmai, è la capacità di attrarre e sedurre.
La storia è piena di esempi di donne che hanno usato astuzia e bellezza per irretire gli uomini e usarli a loro piacimento, vuoi per ottenere potere, vuoi per sollazzarsi tra le lenzuola con giovani prestanti. Basti pensare a Cleopatra, che per anni tenne in scacco Giulio Cesare prima e Marco Antonio poi, decidendo le sorti di ben due imperi. La bella regina egiziana è forse la capostipite e la più famosa delle donne che hanno esercitato il loro fascino per “cacciare” gli uomini, ma non è sicuramente l’unica. Potremmo citarne migliaia, ma ciò che interessa non sono i loro nomi bensì la loro arte.
Fascino, seduzione, astuzia: sono le parole chiave per apprendere le lezioni del passato e trasformarci da semplici cacciatrici in maestre dell’arte venatoria. La prima regola è lasciare sempre all’uomo l’illusione della conquista. Dopo aver individuato la nostra preda, evitiamo di essere precipitose o, peggio ancora aggressive. E’ proprio questo atteggiamento che spaventa gli uomini e li fa scappare. Abbiamo la pazienza di saper osservare e aspettare, studiamo la nostra preda, cerchiamo di conoscerne abitudini e gusti per poi mettere a punto la strategia migliore. La fretta è sempre cattiva consigliera e quasi mai ci porta al raggiungimento dei nostri obiettivi.
Siamo sfuggenti. Non riveliamo mai troppo di noi stesse e delle nostre intenzioni e, soprattutto, non offriamoci mai. Lanciamo segnali più o meno espliciti, incuriosiamo gli uomini lasciando indizi qua e là ma non serviamogli mai noi stesse su un piatto d’argento. Capiamo quando è il momento di troncare una conversazione, una chat e semplicemente spariamo, lasciando nell’aria il profumo di noi. In questo modo eviteremo di scadere nella noia e nella banalità, facendo sì che l’uomo perda l’interesse, e stuzzicheremo la sua fantasia quel tanto che basta a spingerlo a desiderarci. E, nel caso in cui ciò non dovesse accadere, avremo salva la nostra dignità perché ci siamo esposte ma non troppo.
Lasciamo che sia l’uomo a compiere la mossa decisiva. Forse, allora, smetteranno di sentirsi intimiditi dalle nuove cacciatrici e recupereranno il gusto di corteggiarci e farci sentire importanti con quei piccoli gesti che tanto piacciono a noi donne.