È quasi un gioco di ruolo. Una specie di risiko con tanto di armate e una strategia opportuna, tattiche mirate alla conquista di spazi vitali. Una relazione implica sempre una configurazione, una cornice territoriale, uno spazio nel quale esercitare alcune doti peculiari che mirano alla conquista, alla supremazia, alla vittoria. Le relazioni, private e pubbliche, politiche o meno mettono in gioco questi elementi e limiti. Nelle relazioni private come in politica “ si scende in campo “ con le proprie armate dialettiche allo scopo di procurarsi dei vantaggi, di prendersi un pezzetto di territorio in più, di affermare il proprio punto di vista. C'è sempre un'idea esplorativa che accompagna certi esperimenti politici come comprimere, ad esempio, una o più persone o moltitudini intere in spazi ristretti e vedere come si comportano. Se sopportano le angustie dell'angolo nel quale sono costrette, se manifestano nervosismo, rabbia o angoscia, o se si comportano come un gas compresso che superato la soglia di compressione per raggiungimento della temperatura critica, esplode. Nelle relazioni politiche questo accade sempre, e quelle private si stanno politicizzando sempre di più, non come negli anni settanta ma come nell'anno 2012, nel senso che il politico diventa parametro di esclusione dell'altro in un gioco al massacro dove tutti sono perdenti e solo la violenza resta in campo seduta su macerie fumanti con un ghigno di vittoria. Il giocatore di risiko a questo punto si pone una domanda. Quanti sono i conflitti che siamo in grado di gestire?
È quasi un gioco di ruolo. Una specie di risiko con tanto di armate e una strategia opportuna, tattiche mirate alla conquista di spazi vitali. Una relazione implica sempre una configurazione, una cornice territoriale, uno spazio nel quale esercitare alcune doti peculiari che mirano alla conquista, alla supremazia, alla vittoria. Le relazioni, private e pubbliche, politiche o meno mettono in gioco questi elementi e limiti. Nelle relazioni private come in politica “ si scende in campo “ con le proprie armate dialettiche allo scopo di procurarsi dei vantaggi, di prendersi un pezzetto di territorio in più, di affermare il proprio punto di vista. C'è sempre un'idea esplorativa che accompagna certi esperimenti politici come comprimere, ad esempio, una o più persone o moltitudini intere in spazi ristretti e vedere come si comportano. Se sopportano le angustie dell'angolo nel quale sono costrette, se manifestano nervosismo, rabbia o angoscia, o se si comportano come un gas compresso che superato la soglia di compressione per raggiungimento della temperatura critica, esplode. Nelle relazioni politiche questo accade sempre, e quelle private si stanno politicizzando sempre di più, non come negli anni settanta ma come nell'anno 2012, nel senso che il politico diventa parametro di esclusione dell'altro in un gioco al massacro dove tutti sono perdenti e solo la violenza resta in campo seduta su macerie fumanti con un ghigno di vittoria. Il giocatore di risiko a questo punto si pone una domanda. Quanti sono i conflitti che siamo in grado di gestire?
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