Ma in barba alla sua bassezza narrativa, è un prodotto talmente apprezzabile che se non lo si detesta finisce inevitabilmente per piacere.
Twilight comunque non è nato dal nulla, non s'è fatto da solo, ma è il frutto di un continuo rimaneggiamento della figura del vampiro che è iniziata dal Vampyre di Polidori, è proseguita con il Dracula di Bram Stroker ed è arrivata attraverso Intervista col vampiro, per merito dell'osannata Anne Rice e di Leonardo di Caprio.
Twilight, ad essere onesti, è il prodotto più apprezzabile tra le storie di adolescenti, il romanzo gotico e High School Musical, col risultato che, almeno qui, non ballano in continuazione con coreografie perfette: penso che nella realtà, e come esempio ho preso la mia ex scuola superiore, non si riuscirebbe neanche a far alzare la mano tutti insieme agli studenti di una classe, lì invece meglio che Broadway...
Almeno in Twilight, dopo tre capitoli di HSM da diabete, i protagonisti non coltivano velleità dance, apprezzo questa carenza, specialmente perchè, come non mi stancherò mai di ripetere, il mio miglior rapporto con il ballo è sicuramente quello da spettatore e le mie incapacità motorie rasentano quelle di Bella Swan. Insomma: sono una nerd a tutti gli effetti.
Ma riflettendo su Twilight e tutte le infinite serie di vampiri uscite o in uscita (e vi assicuro che ce ne sono per i beati) mi chiedo come abbia fatto a scaternarsi questo fenomeno, non che mi dispiaccia, non troppo, tuttavia la curiosità c'è stata, specialmente quando entrata in libreria mi sono accorta che al genere vampirozzi era dedicato un intero scaffale, come non si fa con altri generi meno di tendenza.
E cercando sulla rete mi sono imbattuta in un interessante approfondimento che evidenziava come questo non sia stato il primo confronto della narrativa con l'horror romantico (romantico in senso sia letterario che affettivo), così con qualche ricerca aggiuntiva ho ricostruito il boom di vendite vittoriane di libri con protagoniste queste creature non morte, siano essi zombie, vampiri, licantropi, emissari del Demonio e chi più ne ha più ne metta.
In principio fu il romanzo gotico...
Se avete mai letto qualcosa che possa essere assimilato al romanzo gotico, qualcosa come Il monaco oppure Udolpho allora saprete sicuramente già che gli ingredienti di quella che al giorno d'oggi è stata ribattezzata gothic novel, cioè esattamente lo stesso nome dell'epoca, c'erano già tutti alla fine del Settecento, dopotutto ricordiamo che nel famosissimo romanzo L'abbazia di Northanger, naturalmente della "zia" Jane Austen, la protagonista Catherine Morland è una vera divoratrice di romanzi di questo genere e ne legge in continuazione, anche se spesso di nascosto.
Perchè di nascosto? Direte voi...
- Mistero
- Magia
- Tormento
- Sesso
- Amore
Beh, adesso che siamo nel Duemila i nomi sono un po' cambiati, abbiamo il thriller al posto del più banale mistero, la magia di una volta è stata chiamata fantasy e per quanto riguarda il tormento, abbiamo passato il nome e siamo andati direttamente dall'analista, o meglio, ci abbiamo mandato i protagonisti dei romanzi di oggi che si fanno di quelle paturnie mentali che alla fine perfino il lettore ha bisogno di una buona seduta dallo psicologo per rimettere ordine nella sua confusa mente, dove ideali di altri mondi si confondo con quelli del nostro.
Poi c'è la miscela esplosiva sesso&amore che fa scalpore oggi (qualcuno si preoccupi di citare la scena dell'amplesso in Vi presento Joe Black) e figuriamoci come doveva essere all'epoca: proibito e affascinante.
E infatti Catherine ne è affascinata e li legge di nascosto prima di andare a dormire, sogna storie del terrore, personaggi inquietanti e fantastica di avventure grottesche e amori proibiti.
Vi assicuro che anche i romanzi dell'epoca erano espliciti da morire e crudi altrettanto, la violenza faceva tendenza e se un'eroina non era stata struprata almeno un paio di volte allora il libro non vendeva, altro che scenette caste al limite del Monastero di Vallechiara, non erano libri per le educande, quelli.
Topoi della letteratura gotica
La maggior parte dei romanzi gotici è finita nel dimenticatoio per lo scarso spessore narrativo di cui erano caratterizzati, esattamente come finirà con le gothic novel moderne una volta conclusa la manovra commerciale per spingere i vampirozzi, così i nostri nipoti, riaprendo la vecchia soffitta della nonna, si ritroveranno per le mani una marea di libercoli di dubbio gusto (certe copertine, mamma mia...) e saranno costretti a rivenderli esattamente come si fa ancor oggi coi romanzi gotici ritrovati nei bauli, illeggibili e troppo diversi dalla cultura odierna per essere apprezzabili. Vediamo qualche luogo comune di questo genere narrativo e per maggiori approfondimenti rimando alla completissima sezione di Wikipedia sugli archetipi della letteratura horror che trovate a questo link
L'ambientazione
Nel 90% dei casi, avrete a che fare con un rudere dove si svolgeranno le vicende, se proprio non è un rudere, è comunque un castello/chiesa/villa mezza abbandonata e sinistra da morire con guglie e torrioni, zeppa di spettri e di ombre inquietanti, pavimenti che scricchiolano e porte che cigolano. E zero ironia come ne Il fantasma di Canterville di Oscar Wilde.
Le descrizioni di questi luoghi e di panorami in genere sono forse un po' lunghe e presenti, il diletto che gli stessi paesaggi procurano ai personaggi sono al limite dell'esagerazione per essere non solo comprensibili ma anche apprezzabili dal punto di vista narrativo, così come sono esagerate le reazioni dei personaggi, rendendo i volumi dei mattonazzi disumani (citando Pietro Taricone in riferimento a Un uomo, una donna), ottimi come materiale da costruzione o per tenere in piedi mobili pericolanti.
L'eroina
Sull'eroina di solito casca l'asino, nel romanzo gotico è proprio così, l'eroina è sempre bellissima, sensuale da morire e pronta a scoprire la sessualità che sta fiorendo in lei, insomma una MarySue al 100%, ma, ahimè, verrà privata del suo fiore da amori brutali, rapporti rudi e uomini sbagliati, spesso deviati e più vicini al BDSM che alla realtà dei suoi amori di fanciulla che sogna ardite carezze e labbra impertinenti, insomma le fantasie di una odierna tredicenne.
L'eroina è naturalmente ficcanaso, come tutte le eroine, la sua qualità migliore è il radar-trova-guai e innata è la sua abilità di cacciarvisi contro ogni buonsenso.
L'eroina è vergine e questo tenetevelo a mente, perchè è il punto focale della vicenda, il mezzo di ricordare al lettore scene prurigginose al limite del porno-soft per incatenarlo ad una storia di distorsioni mentali che altrimenti non sta in piedi, ma d'altra parte anche Dracula è basato sugli stessi ingredienti (scene varie di Lucy che cammina mezza nuda o in camicia nel cimitero e gli approcci del signor Dracula al morso che ricordano molto i preliminari di un atto sessuale, oppure la parte in cui Jonathan viene quasi violentato dalle "figlie" di Dracula, quelle specie di Gargoyle donne, naturalmente svestite che neanche Milo Manara avrebbe saputo fare di meglio).
L'eroina, inevitabilmente, perderà la sua qualità di purezza virginale durante il libro, ma se l'avrete odiata la metà di quanto ho fatto io, di solito le avrete anche augurato torture peggiori [una puntata di Porta a Porta o di Uomini e donne, magari?].
L'eroina ha sempre nomi pomposi e altisonanti, scordatevi le Mary e le Rose dei romanzi più classici, qui troviamo Antonia, Alberta, Augusta, Barbara e compagne [le Valchirie insomma, manca giusto la ninfa Lorelei e poi siamo a posto].
Il protagonista
Vittima di malefici o a sua volta contrattore di patti con satanassi assortiti, il protagonista ha una mente traviata, pensieri impuri sulla protagonista e libero accesso al suo corpo. Non sempre il protagonista è l'amore della fanciulla.
Questo protagonista mentalmente instabile è molto diverso dai nostri eroi moderni, infatti la nostra società ci sta portando un mito molto moderno di un uomo che non è un superuomo, è un uomo macchiato e a volte impaurito, ma non per questo pavido e desideroso più che mai di avere valori solidi a cui aggrapparsi e persone piene di affetto su cui fare affidamento, forse per esorcizzare la solitudine che pervade molte donne in carriera, incapaci di allacciare relazioni serie e durature con uomini che sappiano tenere testa ad una donna che in realtà è un piranha del commercio, il capo del marketing o la direttrice generale del settore Ingegneria; nell'Ottocento le donne erano diverse e sognavano la trasgressione, ecco quindi che i protagonisti del libro erano solo una scusa per mostrare scene sconce alle quali, altrimenti, le ragazzine che leggevano non avrebbero avuto accesso.
Questi protagonisti erano tormentati, ma superuomini in grado di dominare le loro donne, anche con la violenza, erano un'ottimo espediente per mostrare tuniche da cerimonia che lasciassero intendere più di quel che si diceva sul serio.
Ma c'è una differenza ancora più abissale tra l'eroe del romanzo gotico e quello delle moderne gothic novels: entrambi sono tormentati dalla loro natura di mostro, ma mentre l'eroe moderno si rode l'animo nel tentativo di essere buono e gentile, far le cose contro natura (vampiri vegetariani?), scegliendo di essere il paladino della bontà di cuore e di fare del male solo se questo minaccia il suo happy ending con la sua dolce metà, il protagonista del passato era un autentico BASTARDO (leggetevi Il monaco e poi parliamo).
L'eroe del passato si interrogava spesso sulla sua condizione, ma in ben più di un caso sono arrivata alla fine dove l'eroe in questione non si redime. E per far finire la storia l'autore/autrice è costretto/a ad ammazzarlo. Il che non è un espediente che mi dispiaccia troppo.
A seconda dell'autore si potevano scegliere diversi finali dopo un libro di zozzerie lo si fa morire per opera delle forze del male con le quali egli aveva un legame, molto quotato il suicidio per non far del male a leima questo è già una corrente tarda del gotico, che si getti da qualche merlatura in preda alla sua furia bestiale o che venga accoppato dai buoni.
A volte prima di morire il protagonista riesce anche ad uccidere la ragazza (e già solo per questo gli dareste la Zanna d'oro), naturalmente in qualche modo truculento pieno di sangue che cola, nella più classica tradizione splatter.
Negli altri casi appiate che vi trovate di fronte ad un romanzo commerciale, uscito dalla penna di qualche ghost writer esclusivamente per cavalcare l'onda.
Comunque sia il romanzo, bigotto oppure no, il tormentato amore tra la creatura infermale e orrorifica e la nostra avvenente quanto antipatica eroina-perfettina avrà al 78% delle volte finale tragico, morte di uno, morte dell'altro, morte di entrambi, suicidio collettivo ecc.
Significati profondi
Non ce ne sono.
Inutile cercarli, questi libri non sono stati scritti per averne, ma solo per mostrare culetti al vento e scene di sesso alle ragazze e ai ragazzi dell'epoca che vivevano come suore di clausura. Il che è anche abbastanza evidente, ogni scusa è buona per slacciare una vestaglia, far intravvedere le calze, citare un ombelico di troppo, mostrare corpi nudi e avvinghiati in una specie di orgia infernale e citare passioni irrefrenabili e non trattenute o introdurre il tormentato eroe dalla finestra con ben poco cavallereschi propositi nei confronti della nostra piaga, pardon, protagonista, animato da lussuria animale.
Target di pubblicazione
I romanzi gotici del Settecento, ma soprattutto dell'Ottocento erano molto letti e moltorichiesti dal pubblico, specialmente questi ultimi perchè ormai il target si era esteso ed erano in molti a potersi permettere l'acquisto di un libro, mentre nel Settecento il pubblico era ancora limitato.
Sebbene molto amati dalle ragazze e dai giovanotti (quelli più superficiali), i romanzi gotici, salvo qualche caso, non erano ben accoli dalla critica letteraria, che tendeva a smontarli alla grande, considerandone la maggior parte, a ragione, prodotti dal dubbio spessore narrativo e il più delle volte mancanti di alcuni fattori fondamentali per un buon romanzo, oppure infarciti di grossolani errori storici che facevano accapponare la pelle.
Non c'era distinzione di genere, se maschile o femminile, per quanto riguardava questi libri, sia uomini che donne ne leggevano, certo alcuni particolarmente truculenti erano proibiti alle signorine, che dovevano trovare altre strade per leggerli, mentre erano apprezzati dai signori e dai giovanotti, che ne discutevano nei club di Londra, alle battute di caccia o ai ritrovi tra amici a casa di uno e dell'altro.
Darcy per esempio, in uno dei molti seguiti da me letti dimostra di non apprezzare molto il trasporto della moglie e della sorellina Georgiana per il genere gotico, del quale le due cognate vorrebbero riempirgli la biblioteca [si vede che è un seguito scritto da qualcuno che non è la Austen, ce la vedete Elizabeth Bennet a leggere questa roba? Non è Catherine Moreland lei!].
Casi storici e casi letterari
Che i romanzi gotici saltassero fuori come funghi, non è una novità, vediamone insieme qualcuno per farci un'idea del genere di letteratura che anche all'epoca gironzolava tra gli scaffali.
Vathek di William Beckford
Vathek, califfo di grandi ricchezze e di incontentabili appetiti, stipula un patto diabolico suggeritogli dal
aNobii - Vathek
Udolphoby Ann Radcliffe
Incipit del romanzo
Ogni eccesso è peccaminoso: perfino un dolore in origine lodevole si trasforma in una passione ingiusta ed egoista se vi indulgiamo a spese dei nostri doveri, intendendo per tali quanto dobbiamo a noi stessi non meno che agli altri
Debaser - I misteri di Udolpho
Jane Eyre Fan Forum - I misteri di Udolpho [negli spoiler la recensione vera]
aNobii - I misteri di Udolpho
L'italiano di Ann Radcliffe
Ambientato nel 1764 a Napoli, L'Italiano racconta le vicissitudini e le prove a cui viene sottoposto l'amore dei due protagonisti, Vincenzo di Vivaldi ed Elena di Rosalba. Vincenzo, innamoratosi di Elena a prima vista, è intenzionato a sposarla e ottiene anche la benedizione della zia, con la quale la giovane vive. Il ragazzo appartiene però a una nobile e ricca famiglia e sua madre, la Marchesa, è decisa a impedire il matrimonio che ritiene indegno per il figlio. Aiutata dal diabolico monaco Schedoni, la donna fa rapire Elena, che viene rinchiusa in un convento. Vincenzo riesce a liberarla ma, proprio quando i due innamorati sono sul punto di sposarsi, vengono nuovamente divisi dall'intervento degli uomini di Schedoni. Il monaco porta la ragazza in una casa isolata per ucciderla, ma a questo punto scopre che Elena è in realtà sua figlia, e decide così di nasconderla in un posto sicuro; Vincenzo viene invece rinchiuso nelle prigioni dell'Inquisizione. Dopo una serie di colpi di scena e di inaspettate scoperte il giovane viene liberato ed Elena scopre con gioia di essere solo la nipote del malvagio Schedoni, il quale appartiene in realtà a una nobile famiglia di cui Elena è discendente. A questo punto la giovane è degna di sposare Vincenzo, e i due innamorati possono finalmente riunirsi e convolare a nozze.
[non per essere rompiscatole, ma è la festa dei clichè letterari ¬_¬, anche il cattivo che fa il padre alla protagonista, ma non lo è davvero perchè sennò sta male che abbia un genitore tanto snaturato e lei non riuscirebbe a convivere con questa realtà, che tristezza...]
(per questo libro si veda come ambientazione la bella Strawberry Hill di cui abbiamo parlato in precedenza).
Tormentata vicenda familiare ambientata nella signoria di Otranto tra pregiudizi sull'Italia e archetipi gotici.
Corrado, figlio di Manfredi, deve sposare Isabella di Vicenza, ma muore prima di consumare il matrimonio, Manfredi decide allora di sposare lui la nuora, ma ella scappa rifugiandosi dal contadino Teodoro, innamorato di Matilda, figlia di Manfredi.
Un'antica profezia del castello grida giustizia contro tradimenti e usurpatori del feudo. Moriranno in molti e compariranno in continuazione fastidiosi fantasmi ficcanaso onniscenti quanto il narratore del Manzoni
Wikipedia - Il castello di Otranto
aNobii - Il castello di Otranto
Il monaco di Matthew Gregory Lewis
Il romanzo narra la caduta di Ambrosio, monaco spagnolo considerato da tutti un santo.
Quando il confratello preferito di Ambrosio, di nome Rosario, gli si rivela essere una donna, Matilda, innamorata di lui, il monaco conosce prima la tentazione e poi, malgrado i suoi tormenti interiori, il peccato [per chi non l'avesse capito: ci va a letto insieme].
Per appagare i suoi desideri carnali Ambrosio fa ricorso, attraverso l'aiuto della stessa Matilda, alla stregoneria, grazie alla quale entra una notte nella casa di Antonia con l'intento di stuprarla. Qui viene però scoperto dalla madre di lei, Elvira, che il monaco uccide per non essere smascherato, fuggendo poi in preda al rimorso.
Ambrosio, sempre su suggerimento di Matilda, decide così di avvelenare Antonia, per farla sembrare morta e poi seppellirla in una cripta accessibile solo a lui. Il piano va a buon fine e la giovane viene violentata, ma, nel frattempo, il nascondiglio sotterraneo viene scoperto da un gruppo di soldati che arrestano il monaco e la sua complice, non prima però che questo abbia pugnalato a morte Antonia.
I due sono consegnati all'Inquisizione, torturati e condannati a morte. Per sfuggire alla sentenza, il monaco, seguendo l'esempio Matilda, decide di vendere la propria anima al diavolo.
aNobii - Il monaco
Inoltre fanno parte del genere soprannaturale gotico anche romanzi come Frankestein di Mary Shelley e Il vampiro di John William Polidori, entrambi questi romanzi furono concepiti nella famosa vacanza sul lago di Ginevra organizzata da Lord Byron che prevedeva tra i suoi ospiti, oltre a Mary Woollstonecraft Godwin (all'epoca non era ancora sposata con Percy Shelley, sebbene fosse come una moglie e avesse avuto da lui una figlia nata morta e un bambino, Willmouse, ancora vivo), Percy Shelley, John William Polidori e naturalmente il celeberrimo Byron, che all'epoca intratteneva una relazione con la sorellastra di Mary, Claire Claremont, a sua
Dal racconto Vampyre di Polidori nascerà poi l'esempio a cui si ispirerà Bram Stroker per il suo Dracula, a sua volta caratterizzato da elementi soprannaturali tipici dei romanzi gotici: ambientazione tetra, vampiri e satanassi, sesso e sensualità a gogo.
I romanzi gotici, prima di Twilight da dove è iniziato il discorso, erano la risposta degl scrittori alla richiesta del pubblico che, come oggi, voleva amori proibiti, spesso interspecie, con un che di melodramma (all'epoca andavano alla grande le storie tristi e lacrimevoli).
Il romanzo gotico tra Settecento e Ottocento è stato il nonno di Twilight, poi seguito da babbo Stoker e da mamma Rice, con lo zio Edgar Allan Poe e l'altro zio Howard Lovecraft [hai voglia a fare l'autore horror con un nome come Lovecraft... -.-].
Insomma, non è la prima volta che l'editoria si trova costretta a sopperire in poco tempo ad una richiesta impellenti di prodotti del fantastico/orrorifico per una voltura del mercato, come vedete non abbiamo inventato niente di nuovo neanche qua...
Spero che l'approfondimento sia stato interessante, ora scappo, baci
Mauser