Amore mammifero

Da Maddalena_pr

UN NEONATO NON È UN PICCOLO UOMO

Mischiatevi, mamme, col vostro cucciolo d’uomo. Mescolate i fiati, attaccatelo al seno, donategli quella linfa bianca che il vostro corpo perfetto produce come nettare degli dei. Perché è questo che siete: dee.

Tenetelo su di voi come una seconda pelle, il soffio lieve che cede al sonno, un gemito sfuggito ai primi sogni di chissà cosa. Tenete il vostro piccolo così vicino da non sapere, più, dove finite voi e incomincia lui. Non abbiate fretta di separarvi, come non ne avevate di partorire.
Avete atteso nove mesi per diventare due, ora aspettate e affondate nell’unicità in cui siete uno e mezzo.
Il parto dura molto più di semplici ore. Dura settimane, dura mesi interi. E quale fretta potreste avere mai? Avete una vita vostra alle spalle, avete una vita intera per separarvi davanti. Il giorno in cui vostro figlio è venuto al mondo non è il giorno in cui siete di nuovo “voi”.

Non cercate di educarlo. Non temete di viziarlo. Non pensate a lui come a una persona.
Pensate a lui come un cucciolo di mammifero. Perché questo è: non sa neanche di essere nato, ma già lo lasciate in un’altra stanza, che avete colorato, allestito, riempito di pupazzi che neppure vede. Non serve a lui, questa premura. Né serve a voi. Lui è il cucciolo, voi le mamme, nei primi giorni animali.
Quale mammifero abbandona i piccoli, li fa dormire altrove, li allontana?

L’uomo è la specie più evoluta, ma anche quella che si sviluppa più tardi: un bambino ci mette un anno intero per imparare a camminare. Almeno sette mesi per muoversi in autonomia gattonando. Eppure pretendiamo di educarlo da subito, perché non si abitui a stare sempre con noi, perché segua delle regole.

Un neonato non è un piccolo uomo. Accettate che per i primi tempi sia del tutto dipendente da voi. Accettate di essere sbaragliate. Accettate che sia ancora, quasi, parte del vostro corpo.
È un privilegio che solo le donne hanno. E neanche tutte.
È come il primo piede nell’acqua, il primo bagno di stagione: bisogna abbandonarsi a mollo, entrare tutta. Staccarsi dalla riva.