30 novembre 2015 Lascia un commento
Nonostante l’italia abbia una degnissima rappresentanza, del genere non passa nulla, al contrario nel nord Europa, certi gruppi entrano nelle classifiche musicali nazionalpopolari.
I finlandesi Nightwish sono tra i campioni di un genere e di uno stile che vuole una poderosa e ricercata struttura compositiva sposata all’eroica base vocale tipicamente femminile, assieme ad una indiscutibile tecnica concertistica. Non stiamo qui a raccontare storie e vicissitudini della band, basti pero’ di dire che col recente arrivo della divina Floor Jansen, l’equilibrio e’ perfetto, le potenzialita’ totalmente espresse. Senza tanta accademia ho inseguito questo concerto per anni e d’un tratto me lo sono trovato a Bologna, praticamente dietro casa.
Inaspettatamente e ancora meglio se ad accompagnarli ci sono due band gigantesche come i compaesani Amorphis e i vicini svedesi Arch Enemy:
Cosa dire poi degli Arch Enemy, formazione storica del death metal nordico che non ha mai rinunciato a una liricita’ di stampo classico e talvolta popolare nel senso nobile del termine. Negli ultimi anni l’abbandono di Chris Amott, uno dei due fratelli fondatori e l’arrivo della cantante Alissa White-Gluz, hanno cambiato molte carte in tavola, a mio avviso senza perdere nulla, anzi guadagnandoci pure qualcosa. Certo dal vivo sono grandiosi, con Alissa che spadroneggia sul palco, una specie di demone furioso di 150 centimetri ma dal growl impressionante almeno quanto la sua presenza scenica. Gruppo spalla e’ riduttivo, sono protagonisti.
Tanti brani dall’ultimo lavoro ma senza rinunciare al passato remoto di "Stargazer", passando per i nuovi classici "Storytime", "Nemo" e il piu’ classico di di tutti, la "Ghost Love Score" che lancio’ a suo tempo Tarja Turunen come nuovo punto di confronto delle voci metal femminili e non solo e che Floor ha fatto totalmente sua riuscendo nell’impresa impossibile di migliore cio’ che non sembrava potesse essere migliorato. E’ chiaro che e’ lei la protagonista ma non si puo’ chiamare comprimario Marko Hietala, carisma da vendere, bassista da urlo, uno che a voce sta messo meglio di tanti altri cantanti e vero e proprio omologo maschile di Floor all’interno del line up.
Gli altri membri storici Tuomas Holopainen, mente e tastiera della band e "Erno Vuorinen metronomica chitarra, stanno defilati come al solito ma si sentono e brillano di luce propria. Come sempre appunto.
Troy Donockley e’ passato di recente da polistrumentista esterno a membro della band effettivo mentre Kai Hahto alla batteria sostituisce (forse) temporaneamente Nevalainen che non fa mancare affatto la sua assenza e sembrano nell’ensemble da sempre.. Difficile dire se si tratti del piu’ grande show della Terra ma trovo difficile pensare ad un insieme di scrittura musicale, abilita’ strumentale e bellezza totale cosi’ concentrati.
Ho qualche anno sulle spalle e qualche concerto in cassaforte ma di esperienze coinvolgenti come queste ne ricordo poche. Bologna e’ stata all’altezza, con un sold-out sfiorato, pubblico sul pezzo e totalmente coinvolto.
Chi s’e’ perso il concerto si e’ perso qualcosa, se ne faccia una ragione. Gioiscano invece tutti gli altri.
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