Credo che Contro il fanatismo di Amos Oz sia stato il regalo più mirato che abbia mai ricevuto.
Devo riconoscerne il merito ad una zia di mia moglie e la mira precisa riguarda il fatto che Amos Oz ha vinto l’hanno scorso il Premio Salone Internazionale del Libro e che il libro è una forte presa di posizione contro il fanatismo, proprio nell’anno in cui al Torino Film Festival tra i film più apprezzati abbiamo visto The infidel e Four Lions.
Contro il fanatismo è in realtà un aglile libretto che raccoglie tre interventi di Oz del 2002 all’Università di Tubinga in Germania.
Il primo riguarda le motivazioni che l’hanno spinto a cominciare a scrivere, o meglio le situazioni che l’hanno inevitabilmente portato a diventare uno scrittore.
Si tratta evidentemente di esperienze di gioventù e la colpa è in fin dei conti… di un gelato!
Il secondo è quello maggiormente centrato sul concetto di fanatismo, su come il fanatico non sia in grado di ragionare in maniera lucida e su come sia molto facile diventare dei fanatici antifanatici.
Un’allerta che vale un po’ per tutti.
Il terzo capitolo chiude il cerchio e ci porta nel campo minatissimo della guerra tra Israeliani ebrei e Palestinesi arabi.
Oz è israeliano e da anni lotta con i suoi libri ed i suoi interventi per cercare una soluzione pacifica al conflitto.
Qui è molto chiara e lucida la sua disamina quando afferma che non potrà mai esserci un vincitore in questa lotta, perchè il punto è che due popoli rivendicano (entrambi a ragione) la stessa terra.
L’unica soluzione possibile è un compromesso in cui la terra in questione venga divisa tra i due popoli, un compromesso che non farà felice nessuno ma sarà l’unico modo per chiudere la questione.
Ci vorranno ancora anni prima che i politici si rendano conto che questa è l’unica strada percorribile, e a quel punto – dice Oz – i due popoli saranno già da tempo consapevoli che non c’è altra soluzione che la divisione del territorio in due Nazioni (che magari non si ameranno mai ma potranno sopportarsi e rispettarsi).