E’ quanto accaduto a me e a mia moglie nel corso di un breve periodo di vacanza trascorso ad Amsterdam, dove, probabilmente sul piano del rispetto dell’ambiente, qualche punto in più sulla maggioranza delle città italiane certamente è stato raggiunto.
Per maggiori informazioni consultate il sito all’indirizzo: http://www.museumsquarehotel.nl/about
Per la mobilità ad Amsterdam il mezzo usato per eccellenza è la bicicletta. Anche io e mia moglie Michela ci siamo ben volentieri adattati a questa abitudine (che del resto seguiamo anche nella nostra città) noleggiando due biciclette che abbiamo utilizzato per tutti gli spostamenti.
Michela e le nostre bici arancio a noleggio
Le piste ciclabili sono ovunque e la bicicletta è il mezzo abituale per andare al lavoro, fare la spesa, accompagnare i figli a scuola su tricicli dotati di grosse culle che possono ospitare anche tre bimbi alla volta! Tutte le principali arterie della città sono analogamente strutturate: due corsie centrali per il tram (secondo mezzo di trasporto più utilizzato), al fianco delle quali scorrono due corsie, una per senso di marcia destinate agli automezzi, e poi due corsie (ancora una per lato) destinate a biciclette e scooter. Tra le corsie per il tram e quelle per le auto non esistono cordoli e raramente anche tra quelle per le auto e quelle per le biciclette. Semplicemente ognuno rispetta il proprio settore! Ricordo in proposito le lunghe ed estenuanti discussioni sull’altezza in centimetri che avrebbero dovuto avere i cordoli separatori tra corsia tram e corsia auto a cui ho dovuto assistere presso l’Assessorato all’Ambiente della mia città, quando abbiamo partecipato alle riunioni preliminari per la realizzazione della nostra prima linea tranviaria!Il parcheggio biciclette della Central Station di Amsterdam
Per dare un’idea di cosa rappresenti la bicicletta in questa città accludo di fianco la foto del parcheggio delle biciclette presso la Stazione ferroviaria centrale di Amsterdam. Questo capita in Olanda, mentre a Firenze i titolari dei lussuosi negozi di Via Tornabuoni si oppongono alla pista ciclabile in quanto impedirebbe l’ampliamento del marciapiede di fronte alle loro vetrine …La raccolta dei rifiuti in città viene realizzata con il sistema porta a porta “spinto”. Il pomeriggio, dalle ore 18,00 in poi, è possibile depositare sui marciapiedi di fronte alla propria abitazione o attività commerciale tutti i rifiuti prodotti durante la giornata, sia pure separati nelle quattro principali tipologie: plastica e vetro, carta e cartone, organico e indifferenziato.
Il Porta a Porta ad Amsterdam
Di lì ad un paio d’ore i mezzi della locale azienda per i rifiuti passeranno a ritirarli. In più, a beneficio dei visitatori, anche lungo i bellissimi canali - una delle indubbie principali attrattive del luogo - si trovano i cassonetti a scomparsa, anche in questo caso distinti nelle varie categorie di rifiuto. A questo proposito, e rammentando l’annosa polemica che da tempo ci affligge sull’applicazione della tassa di soggiorno di uno-due euro (!) da far pagare ai turisti che visitano le nostre città d’arte, faccio presente che ad Amsterdam l’analoga tassa comunale, che anche io e mia moglie abbiano dovuto subito pagare appena giunti in albergo è pari al 5% dell’ammontare complessivo dell’importo dovuto all’albergo. Nei giorni della nostra permanenza non ho visto nessun turista strapparsi le vesti per questo!
Ed è evidente che in un ambiente più attento alle tematiche della sostenibilità sia più facile che si creino i presupposti per l’ideazione di prodotti maggiormente rispettosi dell’ambiente. E’ quanto ha fatto Christiaan Maats che si è inventato una scarpa totalmente biodegradabile e addirittura compostabile! La notizia era apparsa sui quotidiani italiani solo su brevissimi trafiletti. Ho deciso di andare a verificarla di persona. E così, muniti di un semplice indirizzo trovato su internet, io e mia moglie Michela ci siamo divertiti in questa piccola caccia al tesoro per le vie di Amsterdam che ci ha condotti con un po’ di fortuna alla sede della OAT Shoes, questo il nome dell’azienda fondata da Maats, dove Christiaan e la sua collaboratrice Marielle Van Leewen sono stati: prima sorpresi che qualcuno dall’Italia fosse interessato al loro prodotto, e poi felici di ospitarci e di mostrarci quanto stanno realizzando.
Christiaan e Marielle con
le loro creazioni
Le scarpe della Virgin Collection della Oat sono interamente biodegradabili ed hanno vinto un premio come prodotto ecocompatibile all’Amsterdam Fashion Week. Christiaan ci ha spiegato che dopo un lavoro durato più di due anni e per la cui progettazione è ricorso all’aiuto di alcuni maestri calzaturieri italiani delle Marche, sta realizzando una scarpa le cui componenti sono canapa, sughero, cotone bio, plastiche biodegradabili e sbiancanti non clorurati. La scarpa verrà realizzata senza l’ausilio di colle ed in più nella linguetta superiore conterrà i semi di una pianta da fiore che una volta dismessa le consentiranno di … germogliare!
L’avvio della commercializzazione di queste scarpe prodotte in Bulgaria, avverrà proprio in questi giorni. Inizialmente esse saranno però distribuite solo in Olanda e Belgio. In alternativa sarà però presto possibile acquistarle via internet. Il prezzo dovrebbe aggirarsi attorno ai 130,00 euro. Anche in questo caso per maggiori approfondimenti consiglio di visitare il sito della OAT all’indirizzo: http://www.oatshoes.com
Uno dei modelli delle scarpe
compostabili
Amsterdam non sarà forse una città perfetta, del resto il tempo trascorsovi è troppo poco per conoscerla in maniera approfondita, però qualcosa lì, come altrove per fortuna, si sta facendo nell’ottica del rispetto dell’ambiente. E certo visitare il Museo Van Gogh o ammirare le tele di Rembrandt e di Vermeer al Rijksmuseum, navigare sui canali tra le case galleggianti, commuoversi visitando il Museo di Anna Frank e poi tornare ad esaltarsi al NEMO di Renzo Piano o nelle sale dello Stedelijk Museum, e fare tutto questo in un contesto attento all’ambiente, è stata davvero una bellissima esperienza.
Michela assieme a Marielle e
Christiaan nella sede della OAT
Certo, osservando per la prima volta le etichette affisse sulle pareti della mia camera d’albergo che suggerivano comportamenti più sostenibili, mi sono venute in mente le parole dei vecchi monaci trappisti che ogni ora si scambiavano: “Fratello, ricordati che devi morire!” Oggi la cosa ci fa sorridere così come del resto ci farebbe sorridere entrare in un centro commerciale e vedere sulle pareti la scritta: “Si ricorda ai gentili clienti che non si possono rubare i prodotti in vendita”.
Certe conclusioni, certi comportamenti per fortuna oggi sono scontati ma un tempo forse lo erano meno. L’uomo ha bisogno di tempo per adeguarsi ai cambiamenti, per digerirli fino in fondo. Purtroppo talvolta esso regredisce anziché progredire. Fino al secondo dopoguerra i rifiuti praticamente non esistevano. I nostri nonni in casa erano abituati a recuperare tutto, perfino i pezzi di giornale da utilizzare al posto della carta igienica, quando la carta igienica ancora non era stata inventata; ricordo che perfino la carta giallina in cui il macellaio sotto casa (ce ne sono sempre meno …!) avvolgeva la braciola acquistata da nostra madre, non veniva gettata via ma recuperata.
Ben vengano allora gli avvisi sugli stipiti delle porte e di fianco alle prese della luce, ben vengano i premi assegnati alle scarpe biodegradabili se servono a ricordarci quello che purtroppo abbiamo dimenticato!
Michele Salvadori