An evening with: muse

Creato il 01 luglio 2013 da Lafirmacangiante
E pensare che questa volta avevo deciso di non andarci. Insomma, è fuor di dubbio che The 2nd law sia l'album meno riuscito tra quelli finora pubblicati dal combo inglese, sempre che non si voglia tener conto della raccolta di b-sides Hullabaloo Soundtrack.
Poi, man mano che la data si avvicinava, il mio pentimento si faceva sempre più intenso e il dispiacere aumentava. In fondo non facciamo mica questa vita così esaltante, perché negarci anche questi piccoli/grandi piaceri? Nel mio caso semplicemente perché sono un coglione, non è che ci siano spiegazioni più profonde da andare a cercare. Si, per carità, li avevo già visti due volte (e ora fortunatamente tre), i biglietti sono cari, però in fin dei conti chissenefrega. Sta di fatto che ero rimasto fregato. Alla fine miracolosamente la mia amica La3 (che non è proprio il suo nome di battesimo ma la chiamiamo così) ha fatto il miracolo tirando fuori dal cilindro l'agognato biglietto.
Seconda delle due date programmate a Torino, sabato 29 Giugno, ad aprire per i Muse ci sono Calibro 35 e Biffy Clyro. Il clima è favorevole, giornata calda ma non troppo, il posto è ottimo e l'organizzazione davvero buona, verso le 18.00 siamo dentro, nessuna coda, pronti per goderci tutti e tre gli show.
I Calibro 35 propongono un mix di musica estratta da colonne sonore del cinema poliziottesco degli anni '70 mischiata a spruzzate di funk, davvero niente male la loro proposta, ottimamente eseguita e ben calibrata sulla durata della loro esibizione. Certo che un paio d'ore di questa musica potrebbero risultare noiose ai più, però una quarantina di minuti scarsi...
I Biffy Clyro già li conoscevo, ascoltati live proprio di spalla ai Muse durante lo scorso tour. Il gruppo scozzese propone una scaletta con una decina di pezzi del loro rock energico mischiato a riuscite armonie vocali, una gran bella apertura per un gruppo che sembra avere già diversi fan anche dalle nostre parti. Mi ero quasi convinto che le quattro ragazze sedute davanti a noi fossero lì per loro e non per i Muse visto il loro entusiasmo. Invece il loro vicino di posto ha continuato a leggere un volume di Dylan Dog a colori per tutta la durata delle esibizioni dei Calibro 35 e dei Biffy Clyro. Mah!
Il sole tramonta ed è ora di cominciare, i tre ragazzi salgono su un palco davvero spettacolare per un'apertura letteralmente col botto. Dopo l'intro di Unsustainable un'esplosione di fuoco accoglie i Muse che attaccano con Supremacy, brano per il quale personalmente non impazzisco ma che live rende al meglio su un palco che sembra una fornace con tanto di ciminiere che sparano fiammate verso il cielo innalzando ad ogni getto la temperatura di diversi gradi. Si prosegue con Supermassive Black Hole, brano immancabile nei set live e al quale la band sembra davvero affezionata. L'impressione a caldo è quella di una band che ha investito tantissimo nello show, sempre affiatata e pronta a spendersi completamente per il suo pubblico. Purtroppo alcuni suoni uscivano dall'impianto dell'Olimpico un po' impastati e la voce di Bellamy, sempre ottima, a mio avviso non era al suo apice (opinione confutata da altri amici, però rispetto alle altre esibizioni alle quali avevo assistito...).

Con Panic Station inizia a intravedersi il tema portante della serata che mette alla berlina la classe politica mondiale e critica duramente il capitalismo sfrenato e il mondo della finanza (non che i Muse siano dei morti di fame, intendiamoci). Spassosissimo il video dove il Berlusca balla in mutande e reggiseno giallo insieme a Putin, alla Merkel a Obama e via discorrendo. A pensarci bene non è che sia una cosa poi così divertente, però lì, sul momento...
Il primo pezzo estratto da Origin of simmetry, a mio avviso l'album migliore della band, è Bliss seguito a ruota dal più recente Resistance. Il pubblico ovviamente risponde alla grande a quelli che sono ormai dei classici del gruppo e a uno spettacolo visivamente sempre coinvolgente. Neanche il tempo di rifiatare e sul palco di servizio in mezzo alla folla parte Hysteria, altro brano trascinante amatissimo da me personalmente e credo da tutti i fan della band. Il ritmo rallenta con Animals, estratto dall'ultimo album della band, durante il quale un attore, metafora della finanza spinta, regala soldi (finti direi) alla folla mentre le quotazioni della borsa corrono sui maxischermi del palco. Come una speranza inespressa ma sentita il finanziere troverà la morte alla fine del brano.
L'epica Knights of Cydonia, inno di pura resistenza, trova insolitamente posto al centro della scaletta coinvolgendo e spiazzando, un brano adatto più a una chiusura di concerto, un po' come una For those about the rock per intenderci, preceduta da un intro di armonica tratto da Morricone (Man with a harmonica).
Il ritmo si spezza un poco nella parte centrale con la cover dei Lightning Bolt Dracula Mountain, una jam strumentale e Dead Star estratta da Hullabaloo. Nel mezzo spicca però il prezioso recupero di Sunburn dal primo album Showbiz.

La cover di Feeling good introduce un trittico dedicato ai pezzi più recenti: una Follow me che cresce ascolto dopo ascolto, un'inutile Liquid State e una Madness che live non esprime tutte le sue potenzialità, meglio su disco dove rimane uno dei brani più riusciti di The 2nd law.
Si riprende alla grande con due hit dalle potenzialità enormi, Time is running out e Newborn riportano la scaletta su livelli altissimi, ben piazzata anche la pacata Unintended seguita a ruota da una Guiding Light durante la quale un'enorme lampadina vola sul pubblico con una ballerina/trapezista che si esibisce in uno spettacolo circense di grande impatto visivo (e meno male perché sentire Guiding Light e non Stockholm Syndrome ad esempio...).
L'uscita sul palco di un robottone gigante (pare si chiami Charles) introduce Unsustainable, un pezzo di gran tiro anche live, seguita dall'immancabile Plug in baby, uno dei pezzi più attesi, almeno da me. Chiudono l'epica Survival che dal vivo guadagna tantissimo e le due hit, perfette per lo stadio, Uprising e Starlight.
Un concerto di altissimo livello da parte di una band che cerca di dare sempre tutto per il suo pubblico. I Muse sono uno di quei gruppi che sale sul palco, si fà il culo per due ore abbondanti senza tanti fronzoli, che forse non interagisce tantissimo con il suo pubblico se non sul finale per i dovuti ringraziamenti e in rare altre occasioni ma che non prende mai alla leggera nessuna esecuzione ne tantomeno trascura il contorno dei loro show. Peccato per un impianto non ottimale e per qualche flessione vocale di Bellamy, problemini di poco conto che non hanno inficiato la riuscita di un set spettacolare.
Alla prossima.


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