Analfabetismo di ritorno

Creato il 31 marzo 2014 da Luciusday
E' buffo ricordare come all'incirca un anno fa, alla guida di una Golf nera, carica, a mio modesto parere, più del necessario e, a modesto parere della legge, più del consentito, mi preparavo al ritorno dalla Germania, colmo di vettovaglie, regali, ricordi. La sveglia alle 6 del mattino; la stanchezza per aver dormito poco o niente, talmente tanta era l'agitazione, sapendo di dover percorrere tutta quella strada il giorno dopo; la colazione risicata, fatta all'impiedi in un angolo, per non sporcare la stanza tirata a lucido la sera prima, pronta per essere riconsegnata; i tremila controlli prima di chiudermi la porta dietro per l'ultima volta; le chiavi lasciate nella cassetta della posta dell'Hausmeister; l'insolita pace mattutina nello studentato abitualmente e notturnamente festaiolo. Un disco dei Cro, uno degli Oasis e un iPod fresco di musica spagnoleggiante, sono stati la colonna sonora che mi ha accompagnato per circa 1000 chilometri, su strade che si snodavano costeggiando il Reno, la Foresta Nera, le Alpi, la pianura padana, la Maremma, Roma.
Ben un anno è passato da allora, e mi stupisco di quanto rimangano vivide nella mia mente quelle ultime immagini di vita Erasmus - o semplicemente da fuori sede, dopo un anno e mezzo. Ma ancora di più mi meraviglio, pensando ai ritmi frenetici che avevamo, alle avventure trascorse, alla fantastica libertà di vivere nel mondo e, allo stesso tempo, al di fuori dal mondo, al sentirsi padroni di una realtà a se stante, e a come nel corso di un anno tutto sia tornato, lentamente, inesorabilmente, alla normalità. E' incredibile quanto il tempo abbia la capacità di diluire i propositi e i caratteri delle persone. Molto di ciò che mi ero prefissato non è stato compiuto, la costanza nello studio è venuta meno, ho trascorso pomeriggi interi a dubitare un po' di tutto, tesi (quale?), giurisprudenza (fa per me?), vita (che cosa voglio io veramente?).
Se la vita all'estero ti costringe, sotto certi aspetti, a far tabula rasa delle tue convinzioni, delle abitudini e - anche e soprattutto, a volte - delle persone, questo processo non si arresta con il ritorno all'ovile, e ti ritrovi a scandagliare tutto e tutti con lo spirito critico che avevi di là, e che ti ritrovi a calare in un altro contesto.
E' come smettere di usare gli occhiali per poi lentamente, senza accorgersene, cominciare ad usarne un altro paio, diverso per montatura, orientamento e colore. Non può esistere una vita senza una Weltanschauung (una visione del mondo), semplicemente alla precedente se ne sostituisce un'altra, anche se non lo si vuole ammettere. E, del pari, senza voler ammettere che si sta cercando chi, di tanti, abbia la tua.
Chissà se è un caso se gli amici più stretti che ho, all'infuori di quelli che conosco da tempo, hanno tutti intrapreso un'esperienza all'estero.
Pulchra vobis
LuciusDay
P. S. Ho deciso: fonderò un'associazione, e la chiamerò Erasmiani anonimi.


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