Magazine Politica

Analisi – Iran, è l’inflazione il vero nemico del regime – Prima Parte

Creato il 22 febbraio 2012 da Worldobserver @W_ObserverNews

Pubblicato da Lello Stelletti 

In collaborazione con il centro studi Geopolitica.info pubblichiamo un’analisi sulla situazione attuale dell’economia iraniana, falcidiata dalle sanzioni internazionali. Ma dove realmente possono incidere questi provvedimenti? Il blocco del commercio petrolifero di Teheran è la vera soluzione?

Analisi – Iran, è l’inflazione il vero nemico del regime – Prima Parte

Una grafica che mostra le esportazioni petrolifere iraniane

Nonostante le parole più che rassicuranti espresse dall’establishment iraniano, l’inasprimento delle sanzioni internazionali contro Teheran rischia di mettere in seria difficoltà l’economia del Paese. I dati più realistici potrebbero portare a un rapido aumento dell’inflazione e una corrispettiva svalutazione della moneta. I fatti, però, sembrano anche indicare che si è molto lontani dall’assestare quel colpo di grazia tanto cercato che costringa la Repubblica Islamica a scendere a compromessi sulle sue ambizioni nucleari.

Nella situazione attuale, sono pochi i settori dell’economia iraniana non ancora intaccati dai provvedimenti economici imposti dalla comunità internazionale. A causa delle difficoltà di pagamento, i cargo iraniani hanno interrotto da giorni la fase di carico delle stive per quanto riguarda le importazioni di grano ucraino. Gli Emirati Arabi Uniti hanno imposto alle proprie banche di bloccare ogni forma di finanziamento per il commercio tra l’Iran e Dubai, a conferma di quanto Teheran stia trovando sempre più difficile ottenere valuta pregiata per spostarsi all’estero e concludere affari.

Le sanzioni, però, non sono una novità nella storia delle relazioni internazionali. Confrontando la posizione iraniana con quella di altri Paesi, e tenendo conto che uno dei punti di forza dell’economia iraniana sta proprio nella sua diversificazione, si evince che la Repubblica Islamica è in grado di gestire la propria autosufficienza. Questa condizione, però, dipende soprattutto dalla questione energetica: se Teheran, infatti, riuscirà a trovare nuovi acquirenti per esportare una grande quantità della propria produzione petrolifera, allora potrà andare avanti. Zoppicando, ma senza particolari battute d’arresto.

La condizione cui la leadership iraniana deve prestare maggiore attenzione è la ricaduta delle sanzioni sulla popolazione. Se nel Paese dovesse crescere il malcontento, con le elezioni presidenziali alle porte (giugno 2013), e i dissidi interni tra il presidente Mahmoud Ahmadinejad e la guida suprema, il grande ayatollah, Ali Khamenei, la situazione interna potrebbe degenerare diventando difficilmente gestibile. Nonostante la convocazione ufficiale del Majles, il parlamento iraniano, di pochi giorni fa, Ahmadinejad è sicuro di poter fronteggiare ogni minaccia politica. Per questo motivo il suo imperativo categorico sul piano economico non prevede passi indietro.

Secondo Gary Hufbauer, membro dell’Institute for International Economics degli Stati Uniti ed ex funzionario del dipartimento del Tesoro, l’Iran può ancora tirare avanti. Hufbauer ha scritto molto sulla storia delle sanzioni, per questo è abbastanza sicuro nel collocare le misure contro l’Iran tra le più dure degli ultimi 50 anni. Allo stesso tempo, però, la Repubblica Islamica non va incontro, per ora, alla condizione a cui sono stati sottoposti Iraq, Corea del Nord e Cuba, tutti Paesi che hanno sfidato e saputo resistere alla pressione economica.

Fatte queste dovute precisazioni, proviamo a entrare nello specifico, esaminando in maniera più dettagliata l’economia dell’Iran, ragionando sulla distribuzione nei settori economici del prodotto interno lordo, sul deficit di bilancio possibile per l’anno 2012, e su quali siano gli ambiti più vulnerabili. Le ultime sanzioni imposte a Teheran sono indirizzate a colpire le esportazioni di petrolio e gas, in quanto ritenute vitali per il commercio estero del Paese. Il Fondo monetario internazionale, lo scorso luglio, ha pubblicato una stima riguardante l’economia iraniana, identificando in 103 miliardi di dollari le esportazioni energetiche della Repubblica Islamica nell’anno fiscale che si chiude il 20 marzo 2012. Cifra, quest’ultima, che corrisponde al 78% dell’export totale.

Ma come parte di un’economia diversificata, le esportazioni di energia rappresentano solo il 21% del Pil per gli anni 2011/2012, come mostrato anche dalle proiezioni del Fmi. Facendo un paragone con gli Stati del Golfo, il rapporto è inferiore se si considera che la media per questi Paesi si attesta tra il 30 e il 50% del prodotto interno lordo. Questo indica una posizione migliore per l’Iran, che quindi si dimostra in grado di assorbire meglio il contraccolpo derivante da blocchi temporanei alle proprie spedizioni energetiche.

L’Unione europea prevede di bloccare le importazioni di petrolio iraniano, un quinto delle esportazioni del Paese, dal 1° luglio 2012, mentre altri grandi acquirenti come Giappone e Corea del Sud, entrambi con quote intorno al 10%, stanno subendo pressioni per ridurre le proprie quote d’acquisizione energetica proveniente da Teheran. Cina e India, che insieme incamerano 34% dell’export petrolifero, hanno invece già reso noto che non sosterranno le sanzioni, come fecero durante il periodo dell’embargo in Libia. Proprio a Pechino e New Delhi, peraltro, sembra destinato a finire la maggior parte del petrolio iraniano che l’Ue non sarà più disposta ad acquistare.

È necessario prendere in considerazione la possibilità, paventata da molti analisti, che l’Iran possa dover vendere il proprio petrolio a prezzi scontati del 10-15% pur di trovare acquirenti disposti ad aggirare le sanzioni. Ma supponendo anche che si arrivi a un 15% di sconto applicato a tutte le esportazioni, e magari anche a un taglio complessivo delle spedizioni del 10%, il danno sarebbe equiparabile a 24 miliardi di dollari. Una cifra sicuramente consistente, ma non in grado di paralizzare un’economia da 480 miliardi di dollari.

Continua…

Domani la seconda parte dell’analisi sull’economia iraniana.

41.904271 12.460404


Potrebbero interessarti anche :

Ritornare alla prima pagina di Logo Paperblog

Possono interessarti anche questi articoli :