In tutta Italia in questi giorni si sono susseguite manifestazioni nonchè iniziative per rimuovere questo velo d’indifferenza utilizzato dalle Istituzioni sia nazionali che internazionali. Da Nord a Sud i cittadini sono scesi in piazza, riunendosi nelle principali piazze per dar voce a quanto sta succedendo nella Striscia di Gaza. Anche Napoli, dinanzi a tale conflitto ha deciso di rimuovere questo velo d’indifferenza e di organizzare manifestazioni altresì cortei per esprimere la propria vicinanza al popolo palestinese incapace di difendersi dinanzi agli attacchi militari d’Israele.
Napoli è scesa in piazza il giorno 10 luglio insieme ad un centinaio di persone, in particolare esponenti della comunità palestinese di Napoli, nonché appartenenti alle comunità arabe che, hanno manifestato la loro indignazione dinanzi alla sede della Rai, per denunciare la loro colpevolezza, altresì complicità col Governo italiano che ha fornito ad Israele aerei militari e la cui informazione, gestita dai potenti, ne diviene uno strumento per persuadere i cittadini italiani.
Una seconda manifestazione è avvenuta il 15 luglio, dove un cospicuo numero di persone (si calcola circa tremila cittadini) si sono riuniti presso Largo Ponte di Tappia, per manifestare nuovamente la propria solidarietà nei confronti del popolo palestinese che ancora oggi è sotto assedio dalla bombe israeliane.
Le iniziative della città di Napoli non finiscono qui, i cittadini sono pronti a scendere in piazza, urlando ad altra voce “Free Palestina” anche domani 19 luglio alle 10,30 presso Piazza Garibaldi per ribadire il cessate il fuoco al governo di Tel Aviv che da ieri sera ha dato inizio ad una nuova operazione via terra: Gaza è senza energia elettrica, gli ospedali sono stati bombardati ed hanno causato l’uccisione di altri tre bambini.
Le cinque ore di pace sono state un miraggio per il popolo palestinese, in quanto Israele ha ricominciato a bombardare, poichè i punti d’intesa proposti sono stati rifiutati dal governo palestinese: “Secondo fonti informate del dossier, Israele chiederebbe da parte di Hamas la consegna delle riserve di razzi e lo smantellamento di tutti i tunnel tra la Striscia e Israele. Quella della ‘smilitarizzazione” di Gaza non a caso è stato uno dei punti ribadito dal Gabinetto di sicurezza israeliano nella riunione della notte, che ha confermato il prosieguo dei raid aerei sulla Striscia e il richiamo di altri riservisti. Il ministro della Difesa Moshè Yaalon ha detto chiaro e tondo che Israele «continuerà a colpire Hamas” ecco quanto emerge da un breve articolo pubblicato su Repubblica.it .
L’informazione dev’essere neutrale, ma è evidente che Israele vuole solo un apparente compromesso in modo tale da poter conquistare l’intero territorio e annientare ogni politica palestinese, procedura iniziata già nel 1948. Come in ogni conflitto ci sono perdite da entrambe le parti, tuttavia gli attacchi israeliani sembrano essere decisamente sproporzionati.
La redazione di Vesuviolive.it vi propone la lettura di un’amara e delicata lettera di una giovane ragazza di Gaza:
“QUI A GAZA” di Maissa Halim
Rivolgo queste parole a coloro le cui coscienze sono ancora sveglie in questo mondo ingiusto.
Ho deciso di intitolare questo scritto “Qui a Gaza” perchè vi voglio raccontare alcuni fatti riguardo le aggressioni e il massacro che i sionisti portano avanti contro il mio popolo.
A quattro giorni dall’inizio di questa aggressione di Gaza abbiamo più di 700 feriti, e non siamo in grado di curarli a causa dell’assedio; ed abbiamo più di 100 martiri, la maggior parte dei quali donne e bambini. Qui a Gaza, trovate un bambino di 5 anni che, a causa dell’aggressione israeliana a Gaza, è ora senza madre, senza padre, senza famiglia: solo in questo mondo oscuro. Non potrà più trovare un caldo abbraccio quando ha paura, sua madre non sarà più in grado di cantargli una ninna nanna prima che si addormenti, suo padre non riuscirà più a prenderlo per mano nei momenti tristi della vita
…Il mondo continua a dormire profondamente perché si tratta di un bambino palestinese…
Qui a Gaza, un altro bambino sta abbracciando il suo fratellino stretto, dicendogli di non aver paura; che tutto sarà migliore nel cielo; anche se in questa vita il mondo tace e non c’è giustizia. I loro corpi vengono tirati fuori dalle macerie dai vicini. Il mondo resta sbalordito da questo bellissimo abbraccio, ma non alza la voce per fermare questo massacro, anche se queste due anime volano come uccelli nel settimo cielo.
In questi giorni moltissimi bambini in tutto il mondo si stanno preparando alla festa islamica del Ramadan: comprano vestiti nuovi e nuovi giocattoli. Qui a Gaza i bambini si stanno preparando al peggio, a come affrontare la tomba, affrontando le terribili notti oscure da cui ricevono la morte.
Qui a Gaza, puoi essere seduto con la tu famiglia a bere il caffè e non sapere da dove questi dannati razzi possano arrivare a privarvi della vostra vita.
Qui a Gaza, puoi ricevere nel mezzo della notte una fottuta chiamata dell’IDF che ti dice che dovete evacuare casa tua entro 10 minuti perché stanno andando a distruggerla, tra 10 minuti si perderanno i tuoi ricordi in questa casa, le tue risate e grida, i tuoi sorrisi e lacrime, tra solo 10 minuti la tua piccola storia verrà cancellata, e rimarranno solo macerie.
Qui a Gaza, c’è una promessa sposa per la quale l’unico luogo rimasto per il matrimonio è l’obitorio, perché il suo promesso è stato ammazzato (è un martire).
Qui a Gaza, puoi vedere un padre che strappa il libro famiglia, perché tutta la sua famiglia è stata uccisa dall’aggressione israeliana contro Gaza .. Tutte queste cose e molte altre stanno accadendo nella Striscia di Gaza adesso. Eppure, che cosa troviamo? Che cosa si sente? Solo il silenzio mortale del mondo e la sua collusione con i massacri sionisti commessi contro il mio popolo. Viviamo sotto assedio, senza acqua o elettricità; perfino i bisogni primari non possono essere soddisfatti, e voi la chiamate una “guerra”? Lasciate che vi dica che la guerra avviene tra due eserciti, non accade contro un popolo quasi completamente disarmato.
Per il mondo intero: svegliatevi dal vostro letargo, parlatene, gridate in nome dell’umanità, agite per porre fine a questa ingiustizia, dimostrate ai nostri figli che le vostre coscienze sono ancora vive.
Siamo esseri umani, ci meritiamo una vita dignitosa, e la resistenza è la nostra unica scelta per ottenere indietro la nostra terra rubata.
Amore e pace da una terra che non trova la pace
Una ragazza di Gaza
Maissa Abdul-Halim
Email: maissa.halim @ hotmail.com Facebook: maissa halim