C'era curiosità nel vedere se il ritorno su una panchina del calcio professionistico italiano, anche se nella serie cadetta, di Zdnek Zeman avrebbe ancora riproposto il calcio spumeggiante e provocato l'entusiasmo dei tifosi pescaresi, come era accaduto per le precedenti esperienze dell'allenatore di origine boemanelle città in cui aveva prestato la sua opera.
Sono passati ormai 25 anni, un quarto di secolo, dai tempi del "Foggia dei miracoli" e la parabola del tecnico Zeman sembrava ormai essersi incanalata sul viale del tramonto, anche dopo il non felice tentativo di ritentare il miracolo foggiano, insieme allo stesso vecchio patron Pasquale Casillo, nelle stagioni appena concluse.
Ma si sa che i miracoli riescono soltanto una volta e a Foggia le cose non sono andate benissimo, anche se il Foggia ha confermato le caratteristiche delle squadre di Zeman, terminando il campionato con il miglior attacco e la peggior difesa del campionato, tanto che Zeman ha preferito lasciare l'incarico, deluso dai risultati conseguiti.
Si poteva pensare che per il tecnico di Praga difficilmente si sarebbero schiuse altre possibilità, sia per l'età che avanza anche per lui e il pericolo di essere in qualche modo considerato ormai obsloeto, sia per i rapporti mai buoni che Zeman ha avuto con l'establishment del calcio nazionale, ecco invece arrivare la proposta di guidare la squadra del Pescara, che è riuscita a tornare in serie b dopo un periodo di decadenza abbastanza lungo.
Non escludo che a far decidere l'ingaggio di Zeman da parte della dirigenza pescarese sia stato anche il consiglio dell'allenatore che ha portato gli abruzzesi in serie b, quell'Eusebio Di Francesco che da giocatore della Roma è stato uno dei discepoli prediletti di Zeman e che "promosso" in serie a alla guida del Lecce, ha già lasciato una squadra impostata secondo i dettami calcistici propri del Ceco.
Eppure questo pescara di Zeman, dopo nove partite di campionato giocate, pur mettendo in pratica il solito modulo zemaniano, un 4-3-3 puro, e con un assetto votato ad offendere e fare sempre un gol più dell'avversario, ha spesso mostrato un rendimento anomalo per una squadra di Zeman.
Se è pur vero che come al solito la squadra segna molto e incassa pure molto (20 gol realizzati e 17 subiti) e raramente pareggia (un solo risultato nullo su 9 partite), ha però pure alternato alle solite feste del gol, come Pescara - Albinoleffe finita 5 a 3 per gli abruzzesi, a vittorie di misura, come la stessa partita di ieri, nella quale il Pescara ha regolato il Cittadella per 1 a 0, non senza aver subito la pressione degli avversari per molta parte del gioco.
Qualcuno afferma che si è trattato della più brutta partita mai giocata da una squadra di Zeman, che si è salvata anche grazie all'incapacità degli attaccanti avversari di tramutare in gol le molte occasioni che gli capitavano.
Difficile credere che sia l'allenatore ad aver ammorbidito le proprie convinzioni, convincendosi a schierare i propri ragazzi in modo più accorto, invitandoli magari ad attendere gli attacchi avversari e risparmiare le proprie energie per le partite future.
Più facile immaginare che siano le caratteristiche dei giocatori a sua disposizione a provocare certe prestazioni, nonchè la loro difficoltà a mettere in opera le direttive del loro allenatore, per le quali occorrono una condizione psico fisica sempre ottimale.
Il risultato è comunque, almeno per il momento, più che apprezzabile per il Pescara, che ha 16 punti in classifica a soli 4 punti dalle capoliste Padova e Torino (che ha però una partita in meno).
Per sapere però che Zemanlandia è tornata e si è accasata sulle rive abruzzesi dell'adriatico bisognerà aspettare ancora un po', anche per vedere se pure questa volta il grande Zdnek riuscirà a far affermare come stelle del calcio italiano le punte del suo attacco, che conta sui giovanissimi Lorenzo Insigne e Ciro Immobile, per rinnovare i fasti del famoso trio composta da Signori, Baiano e Rambaudi (senza dimenticare che nelle squadre di Zeman sono esplosi anche attaccanti come Kolivanov, Vucinic e Boijinov).