Anche i nostri antenati dormivano poco?

Creato il 20 ottobre 2015 da Laricercascientifica

Uno delle conseguenze delle recenti ricerche scientifiche è quello di poter confutare leggende e (falsi) miti condivisi tra la popolazione. Uno di questi, senza dubbio, può essere racchiuso nella convizione del “si viveva meglio prima”, in un accusa rivolta alle nuove conquiste della tecnologia e ai dispositivi all’avanguardia colpevoli di aver stravolto la nostra esistenza.

Una delle abitudini dell’essere umano che ha subito maggiori conseguenze a seguito dell’evoluzione della società industrializzata riguarda la riduzione dell’orario di sonno. Secondo la convizione comune, infatti, la presenza della corrente elettrica associata anche ad un uso prolungato (ed indiscriminato) di computer, tv, tablet, smartphone comporta la diminuzione delle ore di sonno favorendo l’incremento delle ore di veglia. Il nostro ritmo quotidiano sembrerebbe non più capace di prevedere le 8 ore di riposo notturno necessarie a rigenerare mente e corpo, riducendo la nostra fase di sonno a 5 o 6 ore per notte.

Uno studio scientifico condotto dall’università del New Mexico, però, può confutare l’idea che i nostri antenati godessero di un riposo più lungo e salutare del nostro. Analizzando da vicino le abitudini di tre comunità accomunate dalla non presenza e dal non utilizzo di apparecchiature elettroniche (tali da rendere le loro vite molto simili a quelle vissute dai nostri antenati), i ricercatori hanno verificato che, pur vivendo senza corrente elettrica e senza qualsiasi dispositivo elettronico, le comunità erano abituate a dormire mediamente circa 6 ore e mezzo per notte.

Lo studio, pubblicato sulla rivista Current Biology, ha osservato circa 100 soggetti provenienti dai territori della Tanzania, della Namibia e della Bolivia per più di 1000 giorni. Dalla ricerca si è evidenziato che l’orario di sonno è indipendente dall’utilizzo della luce elettrica: mediamente i soggetti analizzati, infatti, rimanevano svegli per 3 ore e 20 minuti dopo il calare della luce diurna ed era l’abbasamento della temperatura esterna a definire l’orario del loro riposo notturno.

Dalla ricerca, quindi, si può presumere che anche i nostri antenati, pur vivendo in condizioni naturali non fossero abituati a dormire tanto di più di quello che riusciamo a dormire noi oggi. Anzi, secondo i ricercatori, nelle comunità antiche non esisteva per nulla il “rimedio” del riposino pomeridiano che noi utilizziamo, invece, molto spesso per cercare di recuperare energie quando le ore di sonno ci sembrano davvero insufficienti.