Mia figlia si stupisce ancora quando sente che ci riferiamo ai nostri genitori come “mamma” e “babbo”. Per lei i nonni sono nonni e il babbo e la mamma sono unici. Che la stessa persona sia la nonna per lei e la mamma per la sua mamma crea ancora un po' di confusione. E' come se la prendessimo in giro.In realtà ha scoperto qualcosa per lei straordinario ma che per noi è la normalità, ovvero che anche il suo babbo ha il proprio babbo. Così per la festa del papà faccio un passo indietro mettendo per un attimo da parte noi cosiddetti “nuovi papà”, non in senso cronologico ma per il diverso approccio, per fare gli auguri ai papà della vecchia guardia, ai nostri.Ai nostri papà che magari non hanno mai cambiato un pannolino, e che probabilmente hanno perso tanti momenti dei nostri primi anni, ma che hanno recuperato con la crescita. Che hanno giocato con le palline e la pista sulla sabbia, svelandoci il segreto che la pista migliore si fa tirando per i piedi un amichetto. Che hanno avuto la pazienza di insegnarci a guidare prima dell'esame della patente.E che una notte di tanti anni fa sono venuti a portarci una tanica di benzina dopo aver chiamato per dire di essere rimasto a secco con l'auto. E che a casa non hanno chiesto spiegazioni ma si sono accontentati di un nostro grazie. Almeno il mio.