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Anche i poeti piangono- Paul Eluard e gli occhi di Gala

Creato il 11 gennaio 2016 da Diletti Riletti @DilettieRiletti

Anche i poeti soffrono per amore, ma quando accade -diversamente dai comuni mortali- distillano versi: dopo la rottura con Héléna -la musa Gala- che lo abbandona per seguire Dalì, Paul conosce la solitudine, la tristezza senza fine, la depressione.

Tormentato dal ricordo della curva dei suoi occhi dal colore ineffabile e puro, trova conforto nella purissima poesia. E grazie alla poesia ritroverà la sete di vita e il desiderio del volo, volo intriso di luce e infinito.

La traduzione è mia (che Erato mi aiuti).

I loro occhi sempre puri

Giorni di lentezza, giorni di pioggia,
giorni di specchi rotti e di aghi smarriti,
giorni di palpebre chiuse all’orizzonte dei mari,
di ore tutte uguali, giorni di prigionia,
il mio spirito che brillava ancora sulle foglie
e sui fiori, il mio spirito nudo come l’amore,
l’aurora che dimentica gli fa abbassare il capo
e contemplare il suo corpo obbediente e vano.

Eppure ho visto gli occhi più belli al mondo,
divinità d’argento che tenevano zaffiri tra le mani,
vere divinità, uccelli nella terra
e nell’acqua, io li ho visti.
Le loro ali sono le mie, nulla esiste
fuori dal loro volo che scuote la mia miseria,
il loro volo di stella e di luce,
il loro volo di terra, il loro volo di pietra,
Sui flutti delle loro ali,
il mio pensiero sostenuto dalla vita e dalla morte.

­Leurs yeux toujours purs

Jours de lenteur, jours de pluie
Jours de miroirs brisés et d’aiguilles perdues,
Jours de paupières closes à l’horizon des mers,
D’heures toutes semblables, jours de captivité,
Mon esprit qui brillait encore sur les feuilles
Et les fleurs, mon esprit est nu comme l’amour,
L’aurore qu’il oublie lui fait baisser la tête
Et contempler son corps obéissant et vain.


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