Anche l'Etiopia ha una grande sete di sapere / Lo testimoniano i discorsi dei giovani universitari

Creato il 27 gennaio 2012 da Marianna06

Nel giro di pochi anni sono sorte in Etiopia  moltissime università , almeno venti - dicono- dislocate in diverse aree del Paese.

Un certo miracolo economico, visibile sopratutto girando per le strade di Addis Abeba e della sua immediata periferia , insieme alla diffusione quasi capillare dei "media" e sopratutto di internet, ha fatto emergere nelle giovani generazioni una grande voglia di sapere e di affermazione personale.

E sono loro, i giovani,  coloro che sono sempre più  convinti  dell'importanza d'investire in cultura e che l'Etiopia nel mondo si farà valere, a breve, proprio per cultura, se s'impegnerà sul serio e continuerà, senza alibi, nel percorso intrapreso.

Lo dicono e lo manifestano con qualunque interlocutore s'imbatta in loro.Indifferentemente.

E per questo anche stringono amicizia e creano, con la mediazione di alcuni loro docenti davvero in gamba, opportunità di collaborazione con le università di mezzo mondo.

Utilizzano l'inglese come lingua parlata e scritta per poter comunicare con coetanei e professori e lo usano nel corso delle loro stesse lezioni, relegando l'amarico, senza troppo rammarico, al rango di lingua secondaria.

In effetti non sono poche, oltre quelle americane, del nord-Europa o indiane, anche le università italiane che hanno diversi contratti di collaborazione in Etiopia, specialmente nel campo dell'ingegneria civile ma non solo.

Mi viene in mente Cagliari ,in Sardegna, E Napoli, in Campania.

E c'è un discreto andirivieni di studenti etiopici in Italia per corsi di specializzazione così come studenti italiani freschi di titolo, che vanno laggiù addirittura, in certi casi, ad insegnare.

Insegnamento che, quando in loco si è a corto di personale, impartiscono perfino gli stessi studenti etiopici,da poco laureati, a quelli che sono più giovani di loro.

Così stanno le cose, tanta è  forte  la voglia di cultura sia nel settore delle discipline scientifiche che in quelle umanistiche.

Ultimamente poi, ad esempio, la Società Geografica Italiana e l'Università di Perugia, in sinergia hanno favorito tutta una serie di scambi culturali a Debra Berhan ,appunto, con la locale università.

Debra Berhan non dista più di cento chilometri dalla capitale, Addis Abeba ,ma ha anch'essa la sua università.

E anch'essa, o meglio la sua gioventù, sogna un futuro diverso e migliore,che diverrà tale solo  attraverso l'istruzione.

Istruzione che, a livello primario, secondario e poi universitario, dovrà gradualmente scolarizzare l'intera Etiopia.

Dove ci saranno aule e sussidi per tutti e mai più bambini ,che imparano a leggere e scrivere all'ombra della chioma del grande albero.

E naturalmente neanche ci saranno più adulti analfabeti.

Si consideri che, a livello di statistiche, fino al 2005 l'Etiopia aveva il più alto tasso di analfabetismo dell'Africa subsahariana.

Oggi le cose sono cambiate e, gradualmente, c'è la certezza che miglioreranno ancora.

Perché?

Perché il Governo intanto ha aperto e continua ad aprire i cordoni della borsa e l'entusiasmo dell'età giovane motiva, fa entrare in competizione e rende capaci di lanciare autentiche sfide all'interno e all'esterno del continente africano.

L'unico neo in tutto questo è la conflittualità politico-militare non risolta dallo Stato con i Paesi confinanti.

In particolare con la vicina Eritrea. 

Superato questo handicap, il sogno della gioventù etiopica e quello degli adulti,  i loro stessi genitori,  non troverebbe più alcun ostacolo alla sua realizzazione.

E sarebbe bellissimo per le loro intelligenze e per il mondo della cultura in generale.

   A cura di Marianna Micheluzzi (Ukundimana)

   Nella foto in basso una veduta panoramica dall'alto della cittadina di Debra Berhan.


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