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Anche la Fornero in campagna elettorale, da Rimini parla di defiscalizzazione

Creato il 24 agosto 2012 da Nicola Spinella @ioparloquantomi

Anche la ministressata a Rimini discute di lavoro dinanzi alla platea di CL, sempre più ben disposta ad inchinarsi ai potenti di turno. Anche la ministressata parla di ottimismo, di riduzione della pressione fiscale sul lavoro. Anche se dice di non volersi candidare…

 

 C’è chi ha fatto gli scongiuri, appena la ministra del nulla si è lasciata andare ad una dichiarazione che suscita non poca ilarità: Elsa Fornero, ministro del Welfare (quindi di un’entità praticamente smantellata dal governo Monti) è già in campagna elettorale. Sì, perché è facile che il cosiddetto “governo tecnico” venga sostenuto anche nella prossima legislatura sia dall’alta finanza, ben intenzionata a soggiogare ancora di più il popolo dei “comuni mortali”, che dalla politica vecchia maniera (quella degli Alfano, Bersani e Casini che riusciranno ad allearsi pur di tenere lontano da palazzo Chigi lo spauracchio Grillo).

Tra le luci in fondo al tunnel di Monti e l’ottimismo di Passera si iscrive anche la dichiarazione di Elsa Fornero: la burbera economista, promotrice di quella riforma del lavoro che il Senatore Li Gotti (IDV) non esitò a definire “una barbarie”, è adesso ammansita, dolce, quasi avvezza agli applausi (ipocriti) che le giungono dalla platea Riminese.  La Fornero parla di insostenibile tassazione sul lavoro. Finalmente ne hanno preso atto, verrebbe da dire, se non fosse che la dichiarazione della coccodrilla va iscritta(come quelle degli illustri colleghi che l’hanno preceduta) nell’ambito di un’inversione di tendenza: il governo tecnico deve iniziare a cercare consensi, si prepara alla fase due del golpe finanziario. Misure per la crescita: come nel caso della tricologia, anche in questo sembrerebbe esclusivamente uno slogan per vendere qualche magica pozione che non sortisce gli effetti promessi.

“La crescita si fonda sui meriti, non sulle parentele”. Sarà vero, ma di certo la pur bravissima figlia Sara avrà avuto più possibilità di fare carriera accademica, con due genitori che insegnano economia in un’università italiana. Difficilmente sarebbe riuscito ai tanti figli di operai e contadini, spesso costretti ad emigrare oltreoceano con titoli accademici conseguiti col sudore e i sacrifici che magari “altri figli” non devono incontrare, specialmente quando un genitore dirige una banca, tipo la Sanpaolo.

Si parla di decontribuzione per le imprese, defiscalizzazioni, eccetera. Ribatte bene Angeletti (UIL), che identifica il classico refrain dei tecnici:parole,parole,parole ma ben pochi fatti concreti. Nulla di che, insomma: i soliti salamelecchi indispensabili a far credere che questo governo sia il migliore che potesse capitare alla nazione, sebbene in chiaro difetto di democrazia. Le intenzioni potrebbero anche essere lodevoli, ma i mezzi mancano: mentre si chiacchiera di queste ipotesi, i consumi crollano a causa di una disoccupazione al galoppo. Senza una pianificazione seria e puntuale dell’azione di governo, che non sia unicamente volta all’impoverimento della società civile, difficilmente vedremo la fine della crisi, checché ne dica superMario e i suoi degni compari.

Anche la Fornero in campagna elettorale, da Rimini parla di defiscalizzazione

Sempre di più appare chiaro il disegno delle alte intellighenzie finanziarie, volte a sparpagliare in giro per l’Europa tanti esecutivi fantoccio quanti sono i paesi membri, in modo da scongiurare logiche eurocentrifughe che demolirebbero la struttura della moneta unica, che pure ultimamente vengono da più parti. Già, perché come invocato ormai da diversi economisti europei, servirebbe un sistema incruento che permetta agli stati che ne facciano richiesta di uscire dalla moneta unica, senza paventare scenari da 21 dicembre 2012.

 


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