I costi della Tav sono aumentati troppo, i flussi sulla tratta sono in calo e l’impatto economico è negativo. Nulla di nuovo rispetto al pensiero di un No Tav o di un politico o giornalista non allineato all’establishment sostenitore della linea Torino-Lione. La prospettiva però cambia se a dire il tutto è il presidente della Corte dei Conti francese Didier Migaud.
Il parere è stato fornito al primo ministro Jean-Marc Ayrault a inizio agosto ed è stato pubblicato ieri. Il documento è importante in vista del vertice sull’opera tra Monti e Hollande del 3 dicembre.
La Corte sottolinea l’anzianità e la complessità del progetto e invita a non trascurare soluzioni alternative. I costi vanno considerati in maniera sistematica tenendo conto della situazione finanziaria del Paese, della rendita dell’opera e della sua capacità di far crescer l’economia.
Il budget del programma di studio e dei lavori preliminari stimato all’inizio a 320 milioni è lievitato fino a 901 a causa della realizzazione di galleria, di problemi geologici e alla variazione del tracciato sul versante italiano da Venaus a Chiomonte.
La stima del costo globale del progetto è passato da 12 miliardi nel 2002 a 20 miliardi nel 2009 ai 26 comunicati di recente dalla direzione generale del Tesoro. Inoltre non si sa di preciso quanto sborserà l’Unione europea per i lavori.
Il progetto era stato concepito nel 1991 in un contesto di forte crescita dei traffici attraverso l’arco alpino. Le prime valutazione prevedevano che i passaggi di merci sarebbero più che raddoppiati tra il 1987 e il 2010, ma già nel 1993 alcuni studi avevano mostrato la sovrastima. Dal 1999 i traffici sono diminuiti a causa della chiusura temporanea del Monte Bianco, dell’apertura di nuove vie in Svizzera, della fine dei transiti notturni e della crisi. Solo Ventimiglia ha mantenuto flussi costanti grazie ai traffici dalla Spagna.
Tra costi eccessivi e i dubbi incassi dei pedaggi, il progetto ha una rendita incerta. Gli studi economici voluta a febbraio 2011 da Ltf che lo gestisce hanno appurato che il valore attuale netto è negativo su tutti gli scenari.
Nonostante questa insigne bocciatura il premier Ayrault ha confermato l’impegno.
Fonte: Il Fatto Quotidiano