Anche le giraffe piangono

Da Flavialtomonte

Il racconto dalla morale palese.

Ricordo, qualche anno fa, di essermi fissata con canzoni del tipo Voglio volere, Che ne sarà di me, Ed ero contentissimo, e… non me ne vengono in mente di altre. Ma ricordo con chiarezza la foga che mi stendeva sul letto, a pancia in su, cuffie alle orecchie, e infinite riflessioni o disperazioni di qualunque genere.
Periodi poco lucenti, che vivi senza un fine, del “com’è cominciata non lo saprei” e “di notte alla mia età“. Con la freschezza del “tu chiamale se vuoi emozioni“.
Ed è in momenti come questi che ti accorgi che anche le giraffe piangono. Ti guardi attorno e non vedi facce, solo lunghi colli nascosti da arbusti maestosi. Hai voglia di raggiungerle. Così ti affidi a cartoni animati come l’Ispettore Gadget, One Pice (forza tutti all’arrembaggio!) e Dragon Ball. Il tuo sogno è volare, mentre Andrea da grande vuole fare l’aviatore.
Qualche anno dopo scopri che Andrea è ancora un nano incapace di intendere e di volere, mentre tu stai crescendo in qualche modo più sana (di Andrea) perché smetti di credere, di fantasticare, di sognare e di prefiggerti missioni da vincere, fino a quando non ti ritrovi ancora una volta sul letto a pancia in su, con le cuffie alle orecchie che intoni un “se provi a volare ti accorgi che qualche stella sta lì per noi“, ti riattacchi le ali e ci riprovi.
Non sei più la piuma di una volta, adesso sei il pennuto della Gabianella e il gatto, con i piedi nella m… o con le zampe nel petrolio (il senso è sempre quello!), dietro l’ennesimo banco di scuola che compili il tuo diario con una lista di frasi fatte, tra cui il “non è mai troppo tardi” che hai scopiazzato dalla tua compagna di banco. Dai un’occhiata all’orologio e in effetti manca ancora un’ora alla fine della lezione.
Vorresti davvero spiccare il volo e, più convinta che mai, lo spicchi, ti spacchi, t’impacchi, e t’impicchi.
Dall’alto le giraffe continuano a guardarti. A momenti ti schiacciano, ma tu corri senza una meta se non la co-meta di natale che ti impegni ad appendere, con gli occhi chiusi e i sogni ancora aperti.
Scende l’inverno e la giraffa si copre con un maglione di lana a collo altissimo e un passamontagna rosso in testa. Il gabbiano ha già disposto le sue piume sui rami di un albero, il giaguaro si avvinghia dentro grotte annevate, il rinoceronte corre al riparo, mentre una lepre saltella, una mosca muore e un camaleonte mimetizza la sua ruvida pelle su una roccia, accanto a un pino.
Nel frattempo la giraffa si guarda intorno, vede tutto poco chiaro, troppo piccolo. Soffre nel sentirsi diversa e lontana da tutti gli altri animali. Qualche metro più in là il gabbiano la nota, le vola accanto, la guarda, le si appoggia sulla testa e con coraggio la conforta “Giraffa! Godi le piccole cose perché un giorno ti volterai indietro e ti accorgerai che erano grandi!


- Foto di Matilde Perlini, vincitrice del contest fotografico estivo.

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