La campagna italiana contro l’abbandono dei cani quest’anno è stata lanciata con un video che ha scatenato diverse polemiche da quella parte di popolazione che crede che i messaggi mediatici abbiano un forte peso sull’opinione pubblica.
Il video racconta di un uomo che, dovendo scegliere, preferisce abbandonare la fidanzata rompicoglioni piuttosto che il fedele amico a quattro zampe. Fa quindi “branco” con il suo animale, rigorosamente di sesso maschile. (http://www.youtube.com/watch?v=ownYr71WKE8&feature=player_embedded!)
Oltre a questo video, ci sono stati i manifesti del noto porno star Rocco Siffredi, con lo slogan “Ho sedotto e abbandonato, ma non il mio cane” a completare l’opera.
La polemica nasce dal fatto che da questi messaggi mediatici traspare, molto esplicita, l’idea che infondo buttare via una donna sia meno grave che abbandonare un cane. Le donne hanno meno peso e dignità, in quanto rompicoglioni, mentre il cane è il vero amico.
Non so a chi fosse rivolta questa campagna pubblicitaria, ma se vi è piaciuta mi preoccuperei un po’ !
Specialmente in un momento in cui le cronache non hanno fatto altro che raccontare di omicidi “passionali” come quello della moglie di Parolisi, descrivendo quest’ultimo quasi come un marito che si è liberato della moglie scomoda (ovviamente saranno i magistrati a decidere).
Mentre in Italia si dibatteva sul “politically correct” di questi messaggi, a Belgrado qualcuno ci ha, di gran lunga, superato in quanto a pubblicità sessiste. Infatti i manifesti utilizzati per invitare i cittadini a tenere pulite le strade, mostrano alcune donne e un solo uomo chinati a terra mentre raccolgono i bisogni del proprio cane, tutti rigorosamente fotografati dal lato B, il sedere!
http://www.repubblica.it/esteri/2011/08/25/foto/belgrado-20852639/1/
Purtroppo la trovata è piaciuta e le immagini hanno viaggiato nel web. Forse questo è il lato sconfortante: che il corpo delle donne sia usato come specchietto per le allodole e che sistematicamente la gente ci abbocchi. Il richiamo sessuale è forte e questo purtroppo farà sì che i pubblicitari lo usino per attirare l’attenzione sui loro messaggi. Qualunque sia il messaggio! Quindi alle volte penso che non saranno i nostri discorsi o le nostre polemiche a modificare lo stile di lavoro dei creativi, ma solo il cambiamento dei gusti della massa.
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