A poco meno di un mese di distanza dalla decisione del Tribunale di Bruxelles che stava facendo "tremare" la UEFA per la normativa sul Fair Play Finanziario, la giustizia belga torna ad essere protagonista.
Oggi il Tribunal de Première Istance de Bruxelles potrebbe pronunciarsi in merito al ricorso presentato da Doyen Group (assistito dall'avvocato Jean-Pierre Dupont) contro l'applicazione della circolare FIFA che ha imposto il divieto di procedere con operazioni direttamente o indirettamente ricollegabili alle Third-Party Ownership (TPO), ovverosia la partecipazione di soggetti terzi non sportivi (tipicamente fondi di investimento) ai benefici economici derivanti dalla vendita dei calciatori.
Secondo Doyen, la circolare viola diverse libertà fondamentali e norme dell'Unione Europea, fra le quali - in particolare - la tutela della concorrenza e la libera circolazione di capitali e lavoratori.
Nel frattempo il meccanismo di intervento è comunque cambiato: se in precedenza i fondi acquisivano in maniera ufficiale una quota dei diritti economici derivanti dai trasferimenti dei calciatori (in cambio di un supporto alla squadra in fase di investimento), oggi dalla TPO si è passati alla TPI (Third-Party Investment).
In pratica il fondo eroga un "normale" finanziamento ala squadra che viene remunerato con un tasso di interesse e garantito (come "collaterale") dalla futura vendita di uno o più calciatori. Al momento della vendita stessa si attiva la una clausola del contratto di finanziamento che prevede che la remunerazione dello stesso, anziché essere basata sul tasso di interesse stabilito, avvenga retrocedendo al fondo finanziatore una quota predeterminata del provento della vendita del giocatore.
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