Ancora incendi in Russia

Creato il 15 agosto 2010 da Lalternativa

La Russia brucia: l’emergenza si chiama caldo e incendi. A rischio intere coltivazioni di grano, ma soprattutto i terreni già contaminati dalle radiazioni di Cernobyl. E arriva anche il rischio censura.

L’eccezionale ondata di caldo rovente che ha colpito il territorio russo è stata causata, secondo i metereologi, della persistenza di un potente anticiclone continentale, alimentato da masse d’aria d’estrazione sub-tropicale, provenienti da sud. Nel Paese si contano ancora 368 focolai accesi, come mostra una foto scattata dalla Nasa nella quale si intravede la densa coltre di fumo che si estende da ovest ad est del territorio.

Drammatica la situazione a Mosca secondo gli esperti: il livello di monossido di carbonio è di sei volte superiore al massimo consentito. Inoltre, l’aria della capitale è inquinata da altre sostanze tossiche sprigionate dagli incendi. L’allarme per il centro atomico di Sarov sembra cessato, ma i cieli di Mosca sono ancora invasi dal fumo che contiene livelli molto elevati di monossido di carbonio e di altre sostanze tossiche.
Sono andati in fumo un quarto dei suoi raccolti di grano: nonostante la Russia sia il terzo esportatore mondiale di questo cereale, oggi è entrato in vigore il provvedimento dell’embargo sull’esportazione del grano. Durerà almeno fino al prossimo 31 dicembre. L’embargo sull’export del grano dovrebbe avere l’effetto di evitare l’aumento dei prezzi sul mercato interno russo. Secondo il premier Vladimir Putin, “occorre impedire l’inflazione dei prezzi interni e allo stesso tempo salvaguardare il bestiame russo”, evitando l’abbattimento del gregge per mancanza di mangime.

Gli incendi hanno bruciato anche 4.000 ettari di terreno colpito dalle radiazioni di Cernobyl. A rivelarlo è stato il sito dell’agenzia russa per la protezione delle foreste, che è stato improvvisamente oscurato. Il sito dell’agenzia, www.rcfh.ru, risulta inaccessibile da venerdì: “Tutto quello che so è che non funziona più”, ha detto il vicedirettore Alexei Bobrinski. Un altro responsabile, che ha scelto l’anonimato, accusa il ministero per le situazioni di Emergenza. Sarebbe infatti lo stesso ministro Serguei Choigou ad aver ordinato l’oscuramento, dopo aver criticato pubblicamente le informazioni diffuse.


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