Ancora poche ore...

Creato il 25 febbraio 2011 da Kelvin

Mancano poco più di quarantott'ore all'apertura delle buste e la 'febbre da Oscar' sale. E' inutile fare gli snob o i menefreghisti: chiunque sia appassionato di cinema non potrà non buttare lo sguardo a quello che succederà domenica prossima dentro il Kodak Theatre di Los Angeles. Perchè volente o nolente il cinema non può fare a meno di Hollywood, e gli Oscar sono la festa in cui Hollywood celebra se stessa: una ricorrenza pacchiana, pachidermica, kitsch, obsoleta quanto volete ma da sempre indicativa sulle mode e sulle tendenze cinematografiche del momento. Perchè non dimentichiamoci che gli Oscar sono i premi dell'industria, e quello che viene fuori dalla notte delle stelle è sempre un ideale 'termometro' per saggiare la capacità creativa e commerciale degli Studios. E quest'anno a maggior ragione le competizione è indicativa sullo stato di salute delle major, perchè si sfidano oltre che due film in lotta tra di loro, due modi diametralmente opposti di fare cinema, che suscitano negli spettatori interessi e reazioni diversi.
Ma vediamo dunque, nel dettaglio, chi saranno i protagonisti dell'Oscar 2010. Cimentandomi, come sempre, nel giochino dei pronostici e delle candidature che mi diverte tantissimo (sì... ognuno si diverte come può).
Vediamole dunque:
MIGLIOR FILM
Come detto, due concezioni totalmente diverse e in antitesi di fare cinema. Sulla base delle candidature ricevute, è chiaro che Il discorso del re è il favorito numero uno. Sia per il numero di nominations ottenute (ben dodici) che per il tipo di pellicola. Il film di Tom Hooper è infatti, sulla carta, il classico prodotto fatto apposta per vincere la statuetta: è politicamente corretto, patinato, algido, in confezione extralusso e consente delle straordinarie 'prove d'attori': su tutte quella di Colin Firth, che quest'anno è ben deciso ad agguantare quel premio sfuggitogli di un soffio l'anno passato. Oltretutto è un film inglese, e si sa che oltremanica sono maestri nel produrre opere silisticamente perfette (ma spesso abbastanza povere di contenuti) che tanto piacciono agli 'stagionati' giurati dell'Academy. Si pensi a Shakespeare in Love, Ragione e Sentimento, Casa Howard, Espiazione...
Dispiace però che a doverne fare le spese sia una pellicola destinata a rimanese impressa nella testa delle persone ancora per molti anni a venire. Il vero Quarto Potere del secolo in corso, e di sicuro il più cruento e veritiero affresco della società contemporanea. Sto parlando, ovviamente, di The Social Network, per il quale il sottoscritto non si vergogna certo di fare un tifo spudorato: il film di David Fincher è il miglior film di questo inizio di millennio, e chissà per quanti anni lo sarà ancora. Un'opera 'epocale' (nel senso stretto del termine), che ci mostra l' (in)voluzione dell'essere umano e dei rapporti sociali e relazionali, attraverso quella che è considerata l'invenzione più influente (e remunerativa!) degli ultimi anni. E al quale questo blog ha dedicato largo spazio (vedi qui e qui). Certo, sarà difficile convincere i 'parrucconi' dell'Academy della portata di questo titolo, considerando che si tratta di membri perlopiù anziani e poco restii alle pellicole 'innovative' e d'inchiesta. Ma spesso agli Oscar si entra papa e si esce cardinale (vedi Avatar lo scorso anno), e allora la speranza è l'ultima a morire. Pochissime chanche invece per gli altri titoli in gara: l'aver aumentato a dieci il numero dei film candidati alla statuetta più ambita non si è rivelato (per ora) garanzia di qualità: l'unico vero, possibile outsider potrebbe essere il coeniano Il Grinta (bello e 'classico' come piace agli americani, oltretutto girato da una coppia di registi che da sempre rientra tra le 'preferenze' dei giurati). Per gli altri, davvero, solo briciole.
VINCERA':  IL DISCORSO DEL REIL MIO PREFERITO:  THE SOCIAL NETWORK 


MIGLIOR REGIA
Qui nessuno può togliere il premio a David Fincher. Altrimenti mi arrabbio! The Social Network è un film solido, magistrale, impeccabile, geniale. Ci sono virtuosismi di macchina e certe trovate stilistiche che non hanno paragoni col patinatissimo film di Tom Hooper (al solito, l'altro antagonista) che punta decisamente sulla parte attoriale che non sulla 'costruzione' delle scene. Qualsiasi altro risultato sarebbe un furto bello e buono. Con buona pace dei Fratelli Coen (già ampiamente premiati in  passato), David Aronofsky e David O. Russell. Vedremo.
VINCERA':  DAVID FINCHERIL MIO PREFERITO:  DAVID FINCHER

MIGLIOR ATTORE
Il vincitore è già scritto: Colin Firth, dopo aver sfiorato la statuetta l'anno scorso con A single man di Tom Ford, è praticamente già sicuro del premio. Gli allibratori neanche accettano più scommesse su di lui. E tutto sommato questo premio ci va bene: sia perchè è un giusto riconoscimento alla carriera del bravo attore britannico, sia perchè effettivamente la sua performance ne Il discorso del re è 'maestosa' (scusate il gioco di parole). Oltretutto in un anno dove, stranamente, non c'è una gran concorrenza: poco più che 'ornamentali' le candidature di James Franco, del 'solito' Javier Bardem, del giovane Jesse Eisenberg e del sempre più gigione Jeff Bridges, vincitore 'uscente'.
VINCERA':  COLIN FIRTHIL MIO PREFERITO:  COLIN FIRTH
MIGLIORE ATTRICE
Contrariamente a quanto accade di solito, quest'anno la competizione femminile è di altissimo livello, molto più dei colleghi maschi. Grossa incertezza: Natalie Portman, splendida interprete di un brutto film come Il cigno nero dovrebbe farcela, ma su di lei incombe la pesante 'ombra' di Annette Bening, bravissima e anche lei mai premiata malgrado le numerose nomination, e pure molto brava ne I ragazzi stanno bene. Sarà una bella lotta, e in ogni caso ne uscirà una degna vincitrice. Ma attenzione anche alle altre: Michelle Williams ha impressionato in Blue Valentine, mentre Nicole Kidman (Rabbit Hole) è ormai un'habituè del Kodak Theatre. Anche se alla fine la più brava di tutte è la giovanissima (e tosta) Jennifer Lawrence, grande protagonista di Un gelido inverno, film indipendente e durissimo, distante anni luce dalle logiche hollywoodiane. Non vincerà, ma state certi che ne risentiremo parlare.
VINCERA':  NATALIE PORTMANLA MIA PREFERITA:  NATALIE PORTMAN
MIGLIOR ATTORE NON PROTAGONISTA
Come sempre, grande incertezza. Christian Bale è uno dei miei attori preferiti: l'ho amato in The Prestige e ne Il cavaliere oscuro, e ora con The fighter potrebbe arrivare alla statuetta. Ma se Il discorso del re dovesse fare man bassa di premi (come temo), ecco che Geoffrey Rush gioverebbe sicuramente dell'effetto-domino. intendiamoci: sarebbe un degnissimo vincitore. Già premiato dall'Oscar con Shine, è perfetto anche nel ruolo del fidato logopedista di Re Giorgio, dove tiene benissimo testa al 'predestinato' Colin Firth (vedi sopra).
VINCERA':  GEOFFREY RUSHIL MIO PREFERITO:  CHRISTIAN BALE
MIGLIOR ATTRICE NON PROTAGONISTA
Già vista in Frozen River, Melissa Leo è apprezzata interprete di un film non memorabile come The fighter. Potrebbe spuntarla, anche se onestamente dubito che un film come Il Grinta, ottimo western (genere amatissimo dagli americani, e quindi dai giurati dell'Acedemy, anzianotti e 'nostalgici') resti a mani vuote. E allora ecco profilarsi la possibile vittoria della giovanissima Hailee Steinfeld (appena quattordicenne), energica e battagliera nella pellicola firmata dai Coen, e capace di non scomparire al cospetto di 'mostri sacri' come Jeff Bridges e Matt Damon. Sapete che vi dico? Io punto su di lei...
VINCERA':  HAILEE STEINFELDLA MIA PREFERITA:  HAILEE STEINFELD
MIGLIOR SCENEGGIATURA ORIGINALE
La sceneggiatura è la categoria dove, di solito, vengono premiate le idee più originali e 'coraggiose' dell'anno, e dove i giurati dell'Academy (spesso con la coda di paglia) si rifugiano per assegnare un contentino a quelle opere che 'dovrebbero' essere premiate ma che sono spesso 'politicamente scorrette' oppure troppo distanti dai canoni hollywoodiani per aspirare al traguardo del miglior film. Un premio, insomma, spesso assegnato all'insegna del 'vorrei ma non posso',  e che in passato ha avuto illustrissimi vincitori.
E infatti anche quest'anno tra le nominations per il miglior script troviamo la coppia Lisa Cholodenko-Stuart Blumberg, in gara con lo 'scorrettissimo' I ragazzi stanno bene e, soprattutto, Christopher Nolan con Inception. Inutile dire che la sua è la sceneggiatura più bella tra quelle in gara, senza alcun dubbio. Inception è un film che, in verità, non mi ha toccato il cuore, nel senso che è troppo freddo e 'cerebrale' per i miei gusti, ma il lavoro sulla sceneggiatura da parte del talentuoso regista londinese è superlativo. Nolan però non è troppo amato dall'Academy: forse per la sua (troppa?) consapevolezza di essere bravo, o forse perchè non si è mai piegato alle logiche di potere di Hollywood. Fattostà che dopo la clamorosa esclusione dalla cinquina dei migliori registi, i giurati potrebbero preferigli la convenzionalissima sceneggiatura de Il discorso del re, specie se si verificherà quell'effetto-cascata di cui parlavamo prima.
VINCERA':   IL DISCORSO DEL RE
IL MIO PREFERITO:  INCEPTION
MIGLIOR SCENEGGIATURA NON ORIGINALE
Qui non c'è proprio gara. E se anche le cose dovessero andare male per The Social Network, è francamente impossibile che la sceneggiatura di Aaron Sorkin non venga premiata: il punto di forza del film di David Fincher è proprio lo script, fatto di dialoghi velocissimi, snervanti, cinici, incredibilmente efficaci. Un lavoro straordinario che sarà ricordato ai posteri come un vero manuale di sceneggiatura, e che non potrà temere confronti dai pur buoni adattamenti de Il Grinta, Toy Story 3, 127 ore e Un gelido inverno.
IL MIO PREFERITO:  THE SOCIAL NETWORK
VINCERA':  THE SOCIAL NETWORK
LE ALTRE CATEGORIE
Poco da dire sulle altre candidature: l'incertezza regna sovrana sul miglior film straniero, sempre foriero di sorprese: il favorito parrebbe essere Biutiful di Inarritu, con Javier Bardem, ma anche Suzanne Bier col suo Un mondo migliore  ha buone chances, e si dice un gran bene anche de La donna che canta, visto a Venezia. Per il resto, facile prevedere la vittoria di Toy Story 3 tra i cartoni e quella del 'maestro' Roger Deakins per la fotografia de Il Grinta, mentre sinceramente non faccio previsioni per le categorie tecniche e per le musiche, sempre moltro particolari. Poche speranze infine per l'unica candidatura italiana: i costumi di Antonella Cannarozzi per Io sono l'amore hanno poche possibilità di stravolgere il pronostico che vede favorita la 'leggendaria' Colleen Atwood (già vincitrice di due Oscar) con Alice in Wonderland.  

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