Ancora suicidi legati alla crisi economica e alla perdita del lavoro

Creato il 29 marzo 2012 da Paopasc @questdecisione
Questa crisi che molti continuano a non voler riconoscere in tutta la sua gravità, visto che continuano a riempirci di tasse, ha fatto ancora delle vittime. Da quando è iniziata, a questa macabra contabilità non sfugge nessuno: imprenditori, artigiani, lavoratori, disoccupati.Ieri, un artigiano edile bolognese, accusato di false fatturazioni e in probabili gravi difficoltà finanziarie, avendo perso il contenzioso con il fisco e dovendo comparire in udienza, si dà fuoco davanti alla Commissione tributaria. Risultano ustioni su tutto il corpo.[fonte]Da un sito -stop censura- che ha avuto la mia stessa idea di tenere questa macabra contabilità, traggo ulteriori spunti di riflessione su suicidi e tentativi di suicidio legati alla crisi:
  • un giovane artigiano disoccupato di 29 anni  si impicca dopo aver perso, tre mesi prima, il lavoro; un uomo di 47 anni di Cosenza si spara alla testa lasciando un messaggio dove fa riferimento alle critiche condizioni economiche in cui versa la sua famiglia; a Belluno, un artigiano edile di 53 anni si impicca a causa dei crediti da enti pubblici e da privati che non riusciva a riscuotere [fonte]
  • Toscana: un'infermiera di 37 anni tenta il suicidio con acido muriatico dopo aver perso il lavoro [fonte]
  • un uomo di 49 anni si getta dal balcone a Trani: anche questo gesto probabilmente legato alle condizioni economiche [fonte]
  • imprenditore pescarese di 44 anni si impicca, per l'impossibilità di far fronte ai debiti [fonte]
  • Taranto, un uomo di 60 anni si impicca ad un albero: dopo un forte addebito di commissioni bancarie (forse frutto di un errore)  e dopo che la banca gli ha negato un prestito di 1000 euro teme di non riuscire a far fronte ai debiti [fonte]
  • a Ragusa, un commerciante tenta di darsi fuoco in Prefettura: ancora una volta a causa di difficoltà economiche [fonte]
  • un uomo di 46 anni di Pordenone, magazziniere in una ditta, si toglie la vita dopo aver appreso di essere stato licenziato [fonte]
  • un uomo di 39 anni di Olbia-Tempio tenta il suicidio con i gas di scarico dell'auto. Anche se aveva trovato recentemente un lavoro, i debiti accumulati fino alla chiusura del negozio sono probabilmente all'origine del gesto [fonte]
  • ancora i debiti all'origine del tentato suicido di un uomo di 44 anni di Trento che tenta di gettarsi sotto il treno [fonte]

Oltre l'aspetto tragico di tutte queste vite spezzate, insieme a quelle dei loro familiari, c'è quello dell'ignavia dello Stato di fronte a questa vera e propria emergenza. C'è una sorta di incrudelimento dell'anima, un torpore che rende insensibili, che impedisce persino di ridare fiducia a tutte quelle persone che si trovano in gravi difficoltà economiche e che sono sull'orlo del precipizio. Il cittadino sa di non poter contare sullo Stato anzi, a volte lo vede come un vero e proprio nemico, quando per esempio  pretende il pagamento delle imposte anche se non ti ha ancora pagato  i compensi che ti deve. E' la classica situazione in cui i più deboli finiscono per soccombere, per pagare un prezzo enorme, quando magari la soluzione sarebbe lì, a portata di mano.La parola buona, che ridà fiducia, non arriva. E allora un modo per affrontare la situazione è far sparire il problema alla fonte : con la morte del debitore, il debito si estingue (sempre che non sia trasmissibile). [fonte]
imagesource blog.ilmanifesto.it

Potrebbero interessarti anche :

Possono interessarti anche questi articoli :