1) ristrutturazione del patrimonio immobiliare pubblico;
2) intervento sul privato per il recupero degli immobili fatiscenti;
3) recupero urbanistico;
4) ordinaria manutenzione sistematica e capillare;
5) rilancio dell’attività economica.
I punti 1 e 3 richiedono un investimento da parte della pubblica amministrazione che può essere anche rilevante. Il punto 2 è squisitamente politico e prevede l’utilizzo dei mezzi messi a disposizione dalla legge per persuadere il privato ad intervenire sulle proprietà che creino problemi. Il punto 4 non dovrebbe nemmeno essere citato in presenza di amministrazioni virtuose. Il punto 5 è quello su cui mi vorrei soffermare.
Ultimamente sono tornato sull’argomento “albergo diffuso” sia su queste pagine sia in un incontro più generale avuto con l’Assessore al Turismo Salvatore La Porta. Ritengo che questo sia uno strumento molto interessante e valido per intervenire da un punto di vista economico e, contemporaneamente, innescare quel processo virtuoso che possa portare ad un rilancio generale del centro storico. Quello che è evidente è che il procedimento per far partire il processo di nascita dell’albergo diffuso richiederebbe un investimento da parte del Comune prossimo allo zero.
Infatti il Comune dovrebbe farsi promotore dell’iniziativa coinvolgendo le realtà economiche presenti sul territorio comunale che si occupano di ricettività, verificare la disponibilità delle stesse (tutte o in parte) e, infine; predisporre un accordo tra le parti interessate in modo da creare la base di partenza del progetto. I soggetti interessati, riuniti in una forma associativa da studiare ma che può essere, ad esempio, la cooperativa, dovrebbero stabilire le modalità tramite le quali generare un’offerta diretta al turismo già presente in città grazie alla presenza dei numerosi outlet. In sostanza si dovrebbe creare una struttura di prima accoglienza, sita al centro della città e gestita in comune tra le varie componenti dell’accordo, dove l’utente possa rivolgersi per la prenotazione ed il successivo smistamento verso la struttura che l’ospiterà. I costi saranno comunque bassi perché gli operatori dovranno investire esclusivamente nella struttura ricettiva e nella promozione del progetto. In un secondo tempo si auspica l’investimento immobiliare nel centro storico per la creazione di unità ricettive ad hoc sfruttando i vari immobili disponibili, acquistabili a costi relativamente bassi e ristrutturabili. In questo l’intervento del Comune dovrà essere importante in quanto andranno studiate misure incentivanti l’investimento, come sgravi fiscali e agevolazioni sulle tariffe.
E’ chiaro che il meccanismo, una volta operativo e funzionante, potrà portare nuova economia in città e, in particolare, nel centro, dando benefici anche a tutte quelle attività commerciali che gravitano in città. Contemporaneamente porterà investimenti all’interno del centro storico facendo sì che si possano recuperare immobili altrimenti abbandonati, con benefici economici, urbanistici e sociali.
Certamente non è questa l’unica strada da percorrere ma sono certo che sia un mezzo valido per il rilancio del patrimonio storico-architettonico cittadino.
Luca Craia