Ancora un sì

Creato il 13 giugno 2011 da Alesan
In realtà è avvenuto ciò che mi aspettavo, anche se la certezza non c'è stata fino ai dati definitivi, anche se il timore che l'indifferenza prevalesse, il quorum è passato e, con lui, anche il SI' a tutti e quattro i quesiti. Mi spiace che si tenti, ognuno con le proprie forze, di trasformare in politico una tornata che come ogni volta che si vota per il referendum è più trasversale che mai. Qualcuno può davvero sostenere che a sinistra siano tutti contro il nucleare e a destra a favore? Un tempo forse, nel secolo delle ideologie che furono, nell'epoca dei Verdi inconcludenti (in Italia) e della sinistra autonoma e rivoltosa. Oggi è cambiato un po' tutto. E' innegabile, comunque, che questi quattro quesiti rimettevano in discussione leggi e progetti del governo di centro-destra e del loro leader maximo Silvio Berlusconi. Vista così è anche una loro sconfitta, una sua sconfitta. Perché in questi giorni è uscito di tutto, dal "servizio pubblico" che non lasciava passare nessuna informazione ai tentativi di abrogarsi le leggi in casa con la scusa della riflessione imposta dallo tsunami giapponese per verificare il reale grado di sicurezza e blah, blah, blah, fino alla libertà di voto per i propri elettori, una scelta scontata nel tentativo di ridimensionare la figura di un premier ingombrante la cui figura non fa più presa... le balle raccontate in questi anni cominciano ad avere più effetto. Per questo il suo tentativo di fare oggi, con estremo ritardo, riforme fiscali, del lavoro, della Serie A suonano sempre più approssimative ed inutili. In ogni caso saranno fuori tempo massimo per un governo che ha avuto una maggioranza immensa e avrebbe potuto concedere già ai propri cittadini il lusso di una vita meno costosa, di un peso del costo del pubblico impiego più basso (partendo però dalle loro spese), di una scuola pubblica più competitiva. Il giochetto, nientemeno, si è rotto... la barchetta di carta è tutta bagnata e non sta più a galla. Non è la fine della storia, questo no, ma è la fine di un giochetto che per anni ha permesso a Berlusconi di dire e fare quello che voleva smentendosi un secondo dopo l'altro e millantando imprese mai compiute, dalla ricostruzione de L'Aquila, ai rifiuti di Napoli al ponte sullo stretto, già costato parecchi soldi senza che nessuna pietra sia stata poggiata.
Questo referendum è la sconfitta di chi vuole privatizzare l'acqua, tra le altre cose, di chi a un pubblico servizio portato allo stremo da tagli costanti e clientelismo sfrenato pone come unica risposta la proprietà privata. E' la sconfitta di chi, al contrario di altre importanti nazioni, vorrebbe oggi scommettere sul nucleare. E' la sconfitta di chi non sa più che scarpe mettersi ed è convinto che nessuno si accorga che sta girando scalzo. Ed è la vittoria di chi ha creduto che dire no o, meglio, sì, in questo momento fosse importante, Decidere su acqua, giustizia ed energia sconfessando il santo padrone che in tutti modi ha tentato di fingersi, per un  prima volta, democratico e disposto ad ascoltare. Pur di non ammettere di aver perso, nonostante tutti i trucchi messi in campo, oggi si discute di aria fritta. E di Hamsik tentato dal Milan.
Non ha vinto il popolo impaurito da Fukushima, ma quello dell'informazione alternativa, quello del web, sì, ma anche quello che nella Rai lanciata verso l'oblio ha parlato di questi temi, li ha discussi. Hanno vinto i comitati referendari che si sono sbattuti e rotti l'anima per portare informazione dove c'era il vuoto, sul web come nei quartieri, nelle case, nei palazzi... ha vinto un popolo che ha deciso di confrontarsi al voto e di portare la propria idea, la propria iniziativa, la propria volontà fin dentro i palazzi romani. E se domani ce lo chiederanno ancora? Saremo qua ancora una volta per dirvi che SI', ci siamo. Abroghiamo, votiamo, lottiamo. Fino alla fine.

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