Probabilmente la frontiera tra heavy metal e post rock è stata definitivamente valicata da questo fantomatico quartetto nord irlandese. Brani dinamici in ogni loro parte, colmi di cambi di ritmo, e senza alcuna possibilità di prevederne la direzione: questa la ricetta di un gruppo che promette di mettere tra sé ed il resto delle band (così dette) post rock anni luce di distanza in termini di lungimiranza musicale. Quella che si delinea è infatti una commistione tra canoni tradizionali del black metal, dell'hardcore, della musica sperimentale se non anche della musica progressive. La forma strumentale dei pezzi consente ai musicisti di non doversi forzatamente concentrare su una melodia bensì sulla dinamicità e sul flusso, molto tecnico, di note, che spinge l'ascoltatore a sentirsi immerso nella centrifuga di un volo aereo in picchiata.
Il risultato consiste in una sequenza di lunghi brani che quasi mai finiscono come sono iniziati, e in cui prevale l'intenzione di fuggire dalla noia della ripetizione. La potenza è in primo piano, ma mai a discapito del ritmo. Un viaggio a perdifiato nei meandri di una prova che sembra quasi derivare più da un lungo lavoro di estenuanti jam in studio che nascere dalla penna e dalla programmazione.
Tecnicamente imperdibili