Diario, riflessioni, indicazioni utili e consigli di Roberto SoldatiniUn navigatore solitario in Egeo
IV parte: Despotiko e Sifnos
Provenendo da Serifos, aggiro la punta a sud di Despotiko, accosto orzando e devo risalire di bolina, per fortuna avevo già ridotto le vele perché ovviamente sotto i rilievi ci sono sempre raffiche molto più forti. Do fondo all’ancora vicino al Zadic di Jean-Paul, e dopo un’oretta lo vedo arrivare sul suo tender insieme alla compagna, Aliki. Che bello rivedere un amico dopo così tanto tempo. L’ultima volta è stato alla festa di partenza nel pozzetto della mia barca ad Atene l’anno scorso: nonostante nessuno mi volesse fare partire avevo deciso di tornare a Roma a vela da solo con una gamba ingessata. E così ho fatto. La prima cosa che mi dice salendo su Denecia è “I was so afraid last year for you”. Jean-Paul, naturalmente francese, naturalmente biondo, di mezza età, è un dottore che ha scelto il part-time verticale, cioè lavora tutto il giorno ma solo sei mesi l’anno per passare gli altri sei in Grecia, un mito, all’età di trenta anni ha attraversato l’Atlantico con una barca a vela di otto metri. Dopo un decennio di girovagare per la Grecia ha eletto a domicilio per Zadic, il suo Jeanneau 43, la baia di Despotiko, all’ancora. Qui il fondale è buon tenitore, la baia è protetta da tutti i venti, a nord è chiusa in parte da un isolotto posto tra Despotiko e Antiparos, ma le onde non si infilano nei suoi due stretti passaggi perché c’è una sorta di reef, il che fa di questa baia un luogo piuttosto unico tra tutte le isole greche: una baia-laguna.