ANDAR PER MONTI LA GRANDE PASSIONE.
Il libro può essere richiesto preso la Sezione di feltre, Porta Imperiale nr. 3, 32032 Feltre Tel.0439.81140
PRESENTAZIONE:
“Cosa sarebbe la nostra memoria senza la potenza evocativa delle immagini? Sarebbero solo ricordi. Ricordi personali o collettivi, che svaniscono nel tempo ed anche quando vengono fissati in un testo scritto non consentono gli stessi spazi interpretativi di come invece offre la visione di un’immagine. La foto è il racconto visivo di cosa si è fatto, di cosa si è visto. La conservazione di questi “racconti visivi” è un’operazione culturale di grande importanza, sia sotto il profilo storiografico e, più semplicemente, di rappresentazione della memoria collettiva nel confronto fra passato e presente. Le fotografie conservate presso la sezione CAI di Feltre, oggi archiviate e catalogate grazie all’apporto dell’Archivio Fotostorico feltrino, sono una fonte storica di indiscusso valore e l’uso che ne è stato fatto, attraverso l’allestimento della mostra “Andar per monti: la grande passione” (110 pannelli e 550 immagini) e la realizzazione di questo volume (che raccoglie 165 immagini e tre testi critici), sono solo due degli innumerevoli percorsi di rappresentazione possibili. Nel raccontare i 90 anni della Sezione CAI di Feltre, costituita il 30 aprile 1922, è stato scelto di fermarsi ai primi anni Settanta. E lo si è fatto intenzionalmente perché in quel periodo si conclude la prima fase, nella quale la Sezione è nata, ha costruito la propria base sociale, ha consolidato le attività alpinistiche ed escursionistiche e realizzato le proprie strutture ricettive. Ma la vita del Sodalizio non si ferma agli anni Settanta. Tutt’altro! C’è quindi ancora ampio spazio per chi vorrà in futuro completare questo lavoro dell’“Andar per monti”. I testi qui riportati si propongono di ricostruire, reinterpretandoli alla luce della nostra moderna sensibilità e del personale punto di vista degli autori, solo alcuni degli aspetti che hanno caratterizzato l’attività di questa associazione, senza nessuna pretesa di esaustività. L’intervento di Bianca Simonato Zasio ripercorre con puntiglio storiografico, ma anche con appassionata compartecipazione, le vicende che hanno visto l’istituzione e lo sviluppo della Sezione feltrina del CAI, dall’immediato primo dopoguerra alla seconda guerra mondiale. Drammatico evento, questo, che ha segnato un’inevitabile battuta d’arresto anche nell’attività della Sezione. Ma poi si assiste al suo rilancio, negli anni ‘50 e ’60, in cui sono state gettate le basi strutturali (sentieri, bivacchi e rifugi) dell’attuale gestione. Ed anche questa fase è descritta con rigoroso rispetto dei dati storici, da Bianca Simonato, senza rinunciare ad un coinvolgimento emotivo per fatti e personaggi che lei ha conosciuto in prima persona. Il contributo di Teddy Soppelsa ci fa rivivere, anche attraverso le testimonianze dei protagonisti, le più significative imprese alpinistiche compiute sulle montagne feltrine, risalendo alle prime arrampicate affrontate dagli alpinisti inglesi e tedeschi a partire dalla metà dell’Ottocento, per ripercorrere poi le più importanti vie aperte dai rocciatori locali, fino alle più recenti scalate degli anni ’70, che vedono progressivamente l’affermarsi di uno nuovo spirito e di una diversa mentalità nell’approccio con le montagne. Il testo di Francesco Padovani propone una lettura “esterna” della storia del CAI Feltrino, tutta basata sulla significazione delle immagini, con osservazioni a volte critiche, ma mai malevole nei confronti di questa associazione, che, come ha ben sottolineato, fin dalle origini ha fondato la sua forza, nello spirito di gruppo e nella solidarietà fra i soci. Tre diversi punti di vista, questi, che, più o meno coscientemente finiscono per integrarsi, senza peraltro escluderne degli altri, nel comune intento di valorizzare il ruolo “storico” di un’associazione, che continua tutt’oggi, a novant’anni dalla sua istituzione, ad esercitare una forte attrattiva nel territorio. Ad integrazione di quanto attinto dalla ricca fonte fotografica dell’Archivio della Sezione e con l’obiettivo di focalizzare meglio i fatti e le persone che si avvicendarono negli anni presi in considerazione ci sono stati molto utili i documenti cartacei rigorosamente riordinati da Rino Calamina, segretario della Sezione dal 1968 al 1971, e successivamente generosamente conservati da Francesco Bortolot che ha svolto il medesimo ruolo dal 1976 al 2001 e che tuttora è il riferimento “storico” e operativo del sodalizio feltrino. Un particolare ringraziamento va rivolto a coloro che hanno contribuito alla realizzazione di questo testo e della relativa mostra, cui è indissolubilmente legata. Difficile qui riportare compiutamente i nominativi di tutte le persone, che a vario titolo hanno collaborato. Ci limitiamo ad elencare i nomi di coloro che hanno messo a disposizione materiali fotografici e documentali: Bertoldin Tullio; Bortolon Liana; Calamina Centeleghe Giustina; Citton Candida (famiglia); Conz Ennio, Conz Gino; Cossalter Giorgio (foto di Biacoli Enzo); De Bortoli Giulio, Del Favero Carla (foto della madre Imelda); Delaito Vittore; De Toffoli Paola (foto del marito Walter Bodo); De Zordi Giovanni (foto del padre Giuseppe); Faccini William; Giazzon Oscar; Lanciato Ennio; Malacarne Adolfo (per conto CAI-Sottosezione Lamon); Meneghel Emiliano; Pauletti Fernanda; Piccolotto Piergiorgio; Pozzobon Costante (foto del padre Mirco); Sacchet Lidia (foto di Schenal Remo); Tisot Diogene; Tisot Ivano, Zamboni Giorgio; Zatta Egidio; Zenatello Raffaele. A tutti va il nostro personale ringraziamento e ci auguriamo che le immagini e i documenti che compaiono nel libro e nella mostra siano testimonianza del loro amore per la montagna e del loro coinvolgimento nella vita della Sezione.”
DALSITO ALTIDUDINI