Andare dall'estetista fa paura.

Creato il 23 ottobre 2011 da Lbetti @LBetti_
E' mattina. Mi lavo la faccia nel temerario tentativo di struccarmi, dato che la sera prima, come consuetudine, non l'ho fatto. Per favore, non ditemi che non struccarsi è sbagliato, rovina la pelle, è un crimine contro l'umanità. Lo so, è solo che sono pigra quindi non c'è malattia della pelle che tenga, io non mi strucco. Mai. A meno che non abbia appena comprato uno struccante nuovo, ed eccovi spiegato il perché nel mio bagno ce ne sono circa sei o sette. Ma non divaghiamo. Abbiamo già divagato? E' lo stesso, il blog è mio quindi faccio un po' come mi pare.
Dopo aver preso una spugnetta metallica per raschiare le pentole ed essere finalmente riuscita a tirar via l'ultimo residuo di trucco dalla faccia, mi guardo allo specchio. Paura. Panico. Angoscia. Inquietudine e senso di smarrimento. Mi sono risvegliata nel corpo di Lourdes Maria. Ancora.
Decido che è decisamente l'ora di chiamare la Pina, la mia estetista che - avendo subito compreso la criticità della situazione - mi fissa un appuntamento al volo. Corro da lei ormai avvolta in un senso di malessere diffuso che raramente avevo provato nella mia vita. Suono il campanello, lei mi apre e noto subito il suo sguardo. Mi fissa con malcelato disagio per la mia situazione e mi fa notare che sono arrivata con imbarazzante anticipo. Eh certo, non potevo mica rischiare di perdere l'appuntamento. Giammai. Non in questo caso così delicato.
Mi siedo su una delle poltroncine per le clienti ansiose come me e agguanto una rivista di gossip di bassa lega e la leggo cercando di individuare le sopracciglia malfatte delle vip.
Tutto ad un tratto, l'urlo. Proviene da una delle salette in fondo al centro estetico. "Basta, ti prego, basta!" Il panico nella voce della ragazza. Mi scende il primo brivido lungo la schiena. Di nuovo un urlo, ma stavolta oltrepassa senza difficoltà la barriera del suono. Minchia, che cosa cavolo le sta facendo? Io, impallidendo velocemente, mi alzo e tendo l'orecchio e sento la Pina pronunciare con voce tetra, tipica da serial killer alla sua ennesima vittima, "Tra poco E' FINITA". Mi fiondo verso la porta e cerco di aprirla, invano. Cosa diavolo sta succedendo? Sono prigioniera qui, nello sgradevole corpo della figlia di Madonna e sto per finire mutilata dall'estetista? Che razza di fine di merda mi sta aspettando? Nel frattempo la poveretta continua a urlare come se la stesse sgozzando brutalmente e senza pietà. Piange disperatamente e io non so più cosa devo fare. Cammino avanti e indietro cercando di capire dove posso nascondermi. Vedo il lettino abbronzante e penso sia una buona idea. Poi mi torna in mente un film in cui c'è una tizia che ci crepa dentro bruciata e cambio idea. Nel frattempo le urla cessano. Porcaccia la miseria è il mio turno. La porta si apre e ne esce la Pina col suo solito sorriso. Io rimango pietrificata e la fisso. Richiude la porta. Brutto segno. "Dai, tocca a te!". Porca vacca lo sapevo. Sapevo che sarei morta in un modo insolito, ma mica così, merdindirindina.
Alla fine non sono morta. La tizia stava facendo una ceretta all'inguine, esperienza che ho saggiamente deciso di non provare mai nella vita. Io vado di lametta e anche qui, se avete da dirmi qualcosa in merito, per favore, non dite che è sbagliato perché se permettete, io a piangere in pubblico non ci tengo per niente. E non tengo neanche a spaventare le avventrici della Pina con le mie urla, come ha fatto quella disgraziata che mi ha fatto passare uno dei più brutti quarti d'ora della mia vita.
Grazie Pina per non essere una serial killer, anzi, doppio grazie dato che ogni volta convinci Lourdes Maria ad abbandonare il mio corpo e mi risistemi le sopracciglia.

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