Questo post è un work in progress, che vive a metà strada tra due piattaforme (blogger e tumblr) come è giusto che sia, forse, in quella parcellizzazione di una scrittura, luogo frammentato dove sarebbe facile dire che trova se stessa, ma dove in realtà si perde (o si trova?) nella diluizione infinita di uno stream suicida. Certo, la narrazione, la storia, l'ostensione di uno specchio nel quale abbiamo borgesianamente paura di rifletterci dovrebbe guidarci al di là delle facili semplificazioni della dittatura unanimistica del like e del retweet, schiava di fin troppo facili (e quanto fin troppo facili) reductiones ad unum. La scrittura è viva e vive oltre le facili presentazioni, le facili condivisioni, le facili affermazioni di amicizia interessata in attesa di attestati di sommaria vicinanza. Dovremmo avere il coraggio di leggere quei blog che in perfetta solitudine (per)seguono il disperato e solitario tentativo di analisi singolari, al di là delle classifiche, dovremmo avere il coraggio di cercare quegli scrittori che bolanamente fuggono dagli unanimismi del piacere a tutti i costi. Basta con gli scrittori burattini, basta con chi trancia giudizi facendosi forte di una claque degna di un teatrino di avanspettacolo. Cerchiamo le stelle distanti, cerchiamo l'orrore, cerchiamo la vera rivoluzione della solitudine.