Andrea D’Aquino e la voglia di un gran 2012

Creato il 25 febbraio 2012 da Sportduepuntozero

Novarese, classe 1979, Andrea D’Aquino è da 10 anni al top del triathlon azzurro. Con il fratello Emilio ha sfiorato nel 2004 la partecipazione alle Olimpiadi di Atene. Quattro anni dopo, a Pechino, è stato riserva azzurra ma a difendere il tricolore c’era il fratello. Ora, a quasi 33 anni, il sogno olimpico è sfumato «Quelle del 2016 – conferma – sono troppo lontane, ma la voglia di misurarmi ancora in gara e dare il meglio di me stesso è intatta». Dopo due stagioni caratterizzate da altrettanti stop a causa di un problema tiroideo, Andrea, atleta del CS Carabinieri, si è fatto operare e nello scorso novembre ha ripreso gli allenamenti: «Finalmente mi sento bene. Già a marzo farò qualche duathlon, poi penserò alle prove di triathlon. L’obiettivo è quello dei campionati italiani assoluti. Il titolo individuale mi manca, a squadre ne ho già centrati quattro». Triathlon che passione, da quando?: «Avevo 16 anni e provenivo dal nuoto. Un tecnico della Polisportiva Pettenasco cercava un atleta disposto anche alla corsa. Così provai. Pensavo ad un gara in tre giornate! Mi piacque, anche per la novità della bici e giunsero i primi risultati». Poi quelli importanti: «Dal 2003 al 2010 sei podi in Coppa Europa, nonché il 7° posto individuale agli Europei di Losanna dopo essere stato in testa fino a 15 minuti dal traguardo». Quanto si allena oggi Andrea D’Aquino?: «Dalle 4 alle 4 ore e mezza al giorno. Non devo esagerare con i carichi – risponde – potendo contare sull’esperienza e su un fisico ormai abituato a distribuire gli sforzi». Parliamo del movimento italiano. Come lo consideri?: «Talenti ce ne sono e il Piemonte è fortunatamente una terra prolifica in tal senso. Occorre però fare le mosse giuste per permettere ad ognuno di esprimere il proprio potenziale. E’ pertanto importante l’allenamento, così la programmazione. In chiave più generale il triathlon ha bisogno di maggior visibilità. Il fatto che un personaggio, per alcuni aspetti anche chiacchierato come Lance Armstrong, sia arrivato alla nostra disciplina, potrebbe contribuire a farne parlare maggiormente». Intanto, sono le 10 del mattino, è ora di tuffarsi in vasca per Andrea D’Aquino e non lasciare nulla al caso.

di Roberto Bertellino


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