Quando vedi per la prima volta una Marvellini, soprattutto se la vedi di persona, la prima reazione è di shock. Arrivi al banco dei fratelli milanesi ignaro, poi uno sguardo, ed ecco, il rapimento.
Già i titoli scelti di norma fanno sorridere (e rabbrividire): Nonno Batman, zia Gundam, Nonno Darko (come se la maschera di Frank Coniglio, Batman, Gundam, Uomo Ragno o V per Vendetta facessero assurgere la persona ritratta di diritto alla famiglia del mascherato originale).
Ovviamente foto di parenti con la stessa maschera sul volto, come il quadro “Young Bane” dimostra. E Thor? Ovviamente, aveva una Nonna Thor (esiste).
Alcuni ridono, altri restano turbati.
Loro preferiscono dire “perturbati”: il perturbante si avvera quando ci troviamo davanti una persona o a un oggetto e la sentiamo sia familiare che estranea. Insomma, come se si parlasse delle foto dei Marvellini.
Sono fotografie d’epoca, i soggetti rappresentati sono veri. Marvellini hanno preso le fotografie, le hanno scansionate e vi hanno applicato dettagli stranianti.
Il tutto viene ristampato, seppiatissimo, e infilato sotto montature antiche, di ferro battuto (spettacolare quella con il ragno appeso), o con il legno ormai smangiato.
I due fratelli hanno un nome, Andrea e Carlo Marvellini, e sul web li trovate come Foto Marvellini. Chi è di Milano conosce il nome, che fa ridere i più (che credono Marvellini sia un nome inventato, una storpiatura di Marvel), sa che è un laboratorio antichissimo, che ha più o meno l’età della fotografia stessa.
I due – pittoreschi, dotati di baffi e abiti sgargianti ornati da farfallino si definiscono
fantasiosi, appassionati, autocritici, sperimentatori, sarcastici, romantici.
Hanno raccontato che “i soggetti che preferiamo non li rivoluzioniamo più di tanto. Per una sorta di rispetto, supponiamo. Per tutti gli altri la storia è modificata in quella camera oscura che è la mente Marvellini. Annullando la precedente identità provvediamo a crearne una nuova a chi, quasi sempre, non era più nella memoria di alcuno”.
E forse anche questo affascina: il fatto che, passati più di cent’anni, a quei soggetti ritratti sia concessa una nuova identità.
Non hanno un negozio, lavorano in Bovisa, zona Dergano, e le fotografie sono acquistabili on line, prezzo medio 140, 180 euro.
Written by Silvia Tozzi