Abbiamo incontrato Andrea G. Pinketts nel suo covo. Abbiamo dovuto stanarlo. Sapevamo fosse in procinto di ricevere l’ennesimo premio letterario. Questo scrittore, eclettico quanto versatile, dice di scrivere “sotto influssi alla bohemien”.
Non lo neghiamo ma pensiamo vi siano anche estro, preparazione e soprattutto una buona componente di genio. I suoi romanzi sono sempre stati caratterizzati dal crisma e dal carisma della genialità.Il “covo” è a Le Trottoir, in quel di Milano.Le Trottoir è un bistrot più unico che raro, dove l’arte è di casa!
-Ancora una volta cogli nel segno…- Non dovrei dirlo ma ho fatto centro! Pensa che ho fatto centro sparando a bersagli multipli con una carabina! Centrandoli li ho resi indimenticabili, si potrebbe dire immortali, sempre restando nei loro limiti.
-La prossima opera in cantiere?-Ho appena ultimato un libro, frutto del lavoro di quattro anni, che uscirà soltanto nel 2016. Sarà sempre edito da Mondadori ma altro non posso dirti. Posso solo confidarti che sarà, probabilmente, il mio addio al romanzo. Mi concentrerò su altre forme di narrativa. Per me il romanzo è come un enorme frullatore di storie diverse in cui c’è spazio sia per la tragedia che per la farsa, per l’angoscia come per il divertimento.
-Sorrido perché mi è tornata in mente una bellissima canzone di Memo Remigi, se non sbaglio! Te la ricordi: Innamorati a Milano?-Come no! Poi lo conosco…
-Chi?-Memo Remigi.
-Che ne pensi della poesia?
Espira il fumo. E’ visibilmente pensieroso. Diviene molto serio, come sempre quando parla di letteratura. Quindi risponde pacatamente:
- La poesia non ha mercato ma è parola e musica. Nei miei libri, poi, sono frequentissime le ballate. Sono una forma di poesia! Credo si possa scrivere poesia in prosa almeno come si possa scrivere prosaicamente. Non sono la stessa cosa. La poesia è aria, acqua e fuoco… Il romanzo è la terra.
Sorride…mentre gli comunico che a Milano pare che il suo nuovo libro sia esaurito! Rimane un mistero il sapere come faccia a incontrare l’animo della gente. Credo abbia il dente del giudizio e non del pregiudizio. Il giudizio non guasta mai! Incontra le culture di tutto il mondo e diviene conoscenza, scienza.Diventa il nostro sapere.
-Ah…Però! Grazie ! Un grazie a te e ai Vostri lettori con tutto il cuore da Andrea G. Pinketts.
Fabio Viganò