Andrea Mantegna, S. Marco, 1448
Oggi vi introduco Andrea Mantegna, artista considerato il più grande della sua epoca, poi offuscato dall'arrivo di Giulio Romano e accantonato dal Rinascimento tosco-romano. Oggi è riconosciuto in tutta la sua grandezza, fu artista assolutamente fondamentale per tutta l'evoluzione della pittura.Nato nel 1431, figlio di un umile falegname di periferia padovano, Mantegna è stato un genio precoce nella pittura forse come Mozart lo fu nella musica. Farà rapidamente carriera e verrà presto stimato da uno dei più sofisticati critici della sua epoca, Ludovico II Gonzaga, marchese di Mantova. A dieci anni viene messo a bottega dallo Squarcione, grande collezionista di antichità, legato a filo doppio con la cultura antiquaria di quegli anni, ma anche noto sfruttatore di giovani pittori che metteva a bottega affiliandoli ed evitando così la normativa delle corporazioni d'allora, una storia molto italiana in fondo. E i suoi allievi lo superano, Andrea Mantegna su tutti che a diciassette anni comincia a produrre opere in proprio, realizza un capolavoro per la cappella Ovetari e va in causa di lavoro con il proprio padrone, dando vita ad una delle prime cause legali della storia dell'arte, e quindi decide di trasferirsi a Venezia per trovare moglie e metter su famiglia.Con il suo maestro Squarcione, Mantegna ebbe un rapporto burrascoso: veniva costretto come apprendista e "figlio adottivo" a fare i lavori più umili e ad una disciplina durissima. Nel 1448 l'artista stipulò un compromesso con il patrigno per riavere la propria libertà e fu un addio pieno di polemiche. Andrea sostenne che Squarcione si fosse fatto bello con il suo lavoro e il "maestro" dal canto suo rispose denigrandone l'opera, ritenuta sempre più vicina alla scultura che alla pittura. A completare il quadro la diatriba giudiziaria: Mantegna denunciò il patrigno per il mancato pagamento di alcune opere, con un seguito per vie legali che si concluse solo due anni dopo.Ma nonostante le brutte esperienze, l'ambiente di formazione rimane comunque essenziale per Mantegna (come per tutti gli artisti). Padova è una città d'importanza fondamentale nella storia di quegli anni: non solo fu il luogo d'azione di uno dei più importanti santi della cristianità (sant'Antonio), ma anche il luogo di nascita dell'università concorrente con quella di Bologna. Nel 1304 Giotto vi finì di decorare la Cappella degli Scrovegni e il signore d'allora, Jacopo II da Carrara, vi invitò stabilmente Petrarca. Un mix che farà sviluppare quella cultura "antiquariale" che guardava e recuperava il mondo antico attraverso fonti testuali o reperti e che avrebbe cambiato la visione del mondo.Cento anni dopo era questo il clima ormai consolidato nel quale crebbe Mantegna e dove esprimerà da subito il suo genio. La provincia veneta riusci così perfino a contaminare la mente conservatrice di Venezia e Andrea emergerà come il prototipo della figura nuova d'artista, moderno, popolare e allo stesso tempo coltissimo
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Fonti: Guardar lontano, veder vicino, Philippe Daverio, Rizzoli, Milano, 2014