Andrea Pagani,_outdoor problem solver col pallino dei giardini

Da Polizzaonline @chiaretto41

Andrea Pagani ama definirsi un outdoor problem solver. Quarantunenne, con una figlia, Vittoria a cui mancano solo 3 denti per essere al completo, è un affermato garden designer cresciuto tra piante rare e giardini dentro Flora 2000, l’azienda di famiglia fondata nel 1972 dal maestro giardiniere Carlo Pagani.

Nella bella struttura di Budrio si occupa da sempre di ricerca botanica e progettazione. In circa vent’anni ha realizzato giardini e terrazzi in tutta Italia con bellissime esperienze anche all'estero, in particolare a Montecarlo e in Algeria. Ha reso più verde le case e le terrazze di tanti personaggi dello spettacolo e della musica, anche se mantiene uno stretto riserbo sui loro nomi e sui lavori realizzati come il più inglese dei maggiordomi. Sostenitore delle linee organiche all’interno del giardino, è riuscito negli anni a cavalcare i diversi stili del giardino facendo dell’eclettismo la sua cifra progettuale. Tiene una rubrica dal nome “Il terrapeuta” sulla rivista Giardino Antico e conduce corsi e workshop di giardinaggio e botanica lungo tutto lo Stivale. Con lui, vivaitaliani ha discusso con sguardo leggero le dinamiche talvolta surreali che s’innescano fra le persone, il giardino e la vita.

La Wide Landscape Architecture di cosa si occupa?
In realtà Flora 2000, a cui fa capo la Wide Landscape Architecture si è sempre occupata di progettazione e realizzazione giardini su misura. D’altronde sin dall'inizio siamo stati un unicum rispetto ad altre aziende del settore e questo da sempre. Molte aziende partono dalla pianta e dal fatto che per concludere il rapporto con il cliente basta metterla a dimora nel suo giardino. Mentre noi abbiamo sempre dato grande importanza alla progettazione per arrivare solo in un secondo momento alla realizzazione del giardino vera e propria. In realtà la nostra azienda è sempre stata molto forte per quanto riguarda il collezionismo tematico di piante e per tutta una serie di altri elementi legati al verde, così abbiamo voluto creare una branca d’azienda dedicata, con un ruolo autonomo e una sua specificità. Così abbiamo creato un team di architetti che collabora con me, che vengo da un percorso diverso. Non sono un architetto ma disegno e immagino giardini da più di vent’anni.

La dimensione abitativa del giardino ha insomma acquisito un’importanza a sé, possiamo dire preponderante rispetto alla casa?
Certo che sì. In particolare a metà degli anni 2000, oltre alla parte vegetale e botanica, in questo settore si è sentita la necessità di dare il giusto peso alla parte architettonica. Così oltre alle piante, al sistema d’irrigazione si è cominciato a dare al giardino un ruolo importantissimo rispetto alla casa, come una vera e propria stanza della casa.Nel giardino oltretutto oggi si innescano tutta una serie di altri elementi come la pavimentazione, gli arredi, le strade, la viabilità che sono tutti elementi che l’architetto tout-court fa più fatica a gestire e che – se parliamo della nostra realtà - grazie ai nostri studi dedicati, riusciamo a gestire dalla A alla Z, avendo delle competenze specifiche e trasversali in azienda.

Qual è il ruolo del giardino in città?
Oggi le persone danno un enorme valore al giardino e ai loro spazi verdi. I moduli abitativi oggi sono molto cambiati rispetto anche solo a dieci anni fa. Se in realtà i giardini in città si sono sempre più rimpiccioliti, dall’altra parte si trovano sempre più attici e terrazzi da dover arredare e spesso in situazioni non proprio agevoli, per l’esposizione o per la posizione, ma che per il committente rappresentano spazi fondamentali per la vita di ogni giorno. Accade spesso quindi che i costruttori destinino grandi spazi agli spazi coperti e lascino poco al giardino e alla terrazza, quando sono proprio questi due elementi a far la differenza e spesso sono proprio terrazze e giardini le discriminanti sulla scelta della propria abitazione. Oggi terrazzi e giardini non possono essere solo belli, devono essere funzionali, d’altronde in questi spazi ci si vive e bisogna mantenerli. È necessario quindi fare delle scelte oculate che portano a chi il giardino lo gestisce a non impazzirci dietro. Un giardino progettato bene consente anche una gestione non per forza costosa. La gestione è importante in generale anche per la casa, ma naturalmente il giardino vive, cresce e si muove. Se si fanno scelte sbagliate all’inizio, poi si rischia di diventarne schiavi o di dover rifare tutto. E se spostare un mobile in casa è possibile, cosa è diversa è spostare alberi e piante di elevate dimensioni. Tutto questo accade spesso perchè il giardino crescendo può scappare di mano e se la sua gestione è complicarta, l’utilizzatore finale si scoccia e l’abbandona.

Assodato che ogni luogo ha bisogno di una sua interpretazione, ci sono piante più adatte di altri ai terrazzi e agli attici?
La discriminante numero uno – se parliamo di giardini pensili - è l’utilizzo di piante che non abbiano apparati radicali molto forti. Per cui se penso a un terrazzo e alla possibilità di collorcarci un albero, consiglierei un Liquidambar rispetto ad un Acero, perché l’apparato radicale è molto più morbido e meno dirompente. Oppure un Cupressus sempervirens  cioè il Cipresso Mediterraneo, o un Cipresso nero, rispetto a un Cipresso americano. Un ulivo va sicuramente meglio di un Carpino. Tutte piante che hanno bisogno di poca terra.Un’altra pianta molto bella per una terrazza è il melograno. Piante che possono raggiungere i cinque o sette metri e che sono gestibili con una buona potatura, che consente di mantenerle ad un’altezza plausibile. Poi bisogna tenere in considerazioni altri elementi come il vento o il sole. Nelle zone in cui la corrente è eccessiva si utilizzano dei frangivento, ma in generale basta regolare il sistema di irrigazione in modo da consentire innaffiature più frequenti perché il vento tende ad asciugare il terreno e le foglie. Certo tutto questo fa parte dell’ABC, ma talvolta neanche questo è scontato.

E l’orto in terrazza?
Beh l’orto merita un capitolo a parte. Anche perché adesso è un trend tra moda e passione. Personalmente l’orto lo aspetto alla prova dei fatti, nel senso che a parole è una cosa bellissima, ma è poi spezza la schiena e necessita molte cure. Non è insomma una cosa per tutti. Oggi chi si avvicina all’orto deve innanzitutto sperimentarlo. L’orto poi non è un luogo solo estetico ma è un luogo di produzione, in cui si lavora, in cui c’è confusione. Spesso però chi pensa all’orto, pensa al bellissimo orto di Michelle Obama, che naturalmente la first lady avrà diversi giardinieri a suo servizio. Capita spesso quindi che all’inizio, in preda all’entusiasmo, alcuni committenti mi chiedano di creare un orto in terrazza, poi quando spiego quanto terreno serva, dove sistemare gli attrezzi o dove buttare gli scarti della verdura… le cose cambiano. Diciamo che poi, dopo l’empasse iniziale, se si superano i primi ostacoli e l’orto in terrazza viene realizzato, succede spesso che dopo i primi due anni di fatiche, si decida di convertire lo spazio in qualche altra cosa. Per esperienza solo il dieci per cento degli abitanti di città resiste, e loro rappresentano i veri eroi dell’orto.  È chiaro che l’orto e i suoi prodotti e il bisogno di realizzarlo sono segnali importanti per la nostra società, ma è chiaro che la gestione e la cura che necessita rappresenta spesso un elemento di difficoltà.


Per saperne di più visitate la pagina del sito di FLORA 2000 dedicata a Wide


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