Banana Yoshimoto, la scrittrice nipponica che ha recentemente pubblicato in Italia, il suo romanzo di formazione, il primo della serie Il Regno.
Una storia di solidarietà, amicizia e di rispetto per la natura, elemento cardine nella cultura nipponica e per gli esseri umani. Piccoli gesti, percezioni sottili e linguaggi silenziosi fanno di questo lavoro letterario e narrativo intricante, che riporta alle emozioni struggenti di alcuni dei suoi capolavori passati come: Honeymoon e Arcobaleno.
La differenza sta nel cambiamento, è un romanzo che come quelli appena elencati, segna la transizione di una donna non più solo scrittrice, da sempre vissuta ai margini dell’assurdo quotidiano collettivo e che ora si appresta a raccontare ai lettori italiani, una parte inedita del suo carattere artistico.
Lontana dal suo ambiente originario, Shizukuishi cercherà una nuova famiglia, una casa in cui tornare, in cui cercare qualcuno da amare, insomma una dimensione nuova per cercare se stessa.
Abbandonata dalla nonna, la giovane donna si ritroverà ad affrontare da sola la città, proprio come l’autrice in questa breve e triste storia, decide di accantonare una parte della sua vita, per rifugiarsi in una specie di lembo in cui, come si evince dalla storia, si mostra inconsueto, frammentato e senza un effettivo filo di logica, come se fosse per entrambe uno spazio nuovo, incomprensibile e persino minaccioso.
L’una in comunione perfetta con piante e animali, ripensando alle notti stellate e al verde brillante, alle mille manifestazioni dell’ambiente naturale, agli sguardi dei passanti che si avventurano per quei sentieri impervi, serbando nel cuore la speranza di una guarigione.
L’altra, Banana Yoshimoto in armonia con il suo presente, senza mai voltarsi indietro è ora un’ autrice che sembra aver perso, tra le strade di Tokyo, l’ebbrezza e la logica che da sempre hanno reso i suoi lavori, dei veri e propri labirinti, in cui ognuno andava alla ricerca di un significato, di una verità che di certo non riuscirà a trovare dietro Andromeda Heights.
Written by Giuseppe Giulio