Anfiteatro Pompei come Arena Mediterranea?

Creato il 14 settembre 2014 da Yellowflate @yellowflate

Giovanni Carnovale: «Il Soprintendente Massimo Osanna ha dimostrato che tutela e valorizzazione dei beni culturali possono andare di pari passo»

L’Anfiteatro romano di Pompei «come l’Arena del Mediterraneo che, attraverso la musica, la cultura e lo spettacolo, riesca a far incontrare e dialogare popoli di nazioni e tradizioni diverse. In questo particolare e delicato momento storico sarebbe un segnale importante di distensione e di pace tra i popoli». Così lo immagina il prof. Giovanni Maria Carnovale, presidente della Fondazione “Luigi Carnovale” che, insieme all’Associazione onlus Sviluppo Sinfonico Siciliano del maestro Alberto Veronesi, promuove la prima edizione del “Pompei Festival” nel Teatro Grande (in programma dal prossimo 18 settembre), con artisti di fama internazionale, reduci dai concerti di New York.

Grazie alla convenzione sottoscritta con la Soprintendenza Speciale ai Beni archeologici di Pompei, Ercolano e Stabia, alla Fondazione Carnovale e all’associazione Sviluppo Sinfonico è stata affidata per 4 anni l’organizzazione di spettacoli nel Teatro Grande. Per contro, i due enti di diritto privato (oltre a riconoscere all’ente di tutela una royalty del 10% sui biglietti) sono stati incaricati dalla Soprintendenza di Pompei di redigere a proprie spese uno studio di fattibilità sull’arena pompeiana, con l’obiettivo di assicurarne la messa in sicurezza, la conseguente fruibilità al pubblico e l’ampliamento della capienza a circa 20mila posti. L’obiettivo: organizzare stagioni concertistiche di rilievo internazionale, con artisti di richiamo mondiale. Tra gli architetti che hanno già dato la loro disponibilità a realizzare lo studio di fattibilità sull’Anfiteatro pompeiano c’è Paolo Portoghesi, già collaboratore della fondazione Carnovale.

«Il Progetto Arena – continua poi Carnovale – è molto ambizioso e importante per il rilancio di Pompei. Per le sue caratteristiche, riteniamo che l’Anfiteatro potrebbe ospitare spettacoli per tre o quattro mesi all’anno, diventando un punto di riferimento culturale per l’intero Mediterraneo e avvicinando le persone alla cultura e al mondo della lirica. Tantissimi sono gli enti coinvolti in questo progetto, partendo dalla Soprintendenza di Pompei, diretta da Massimo Osanna, alla Direzione del Grande Progetto Pompei, del generale Giovanni Nistri. Vorrei evidenziare l’apertura dimostrata dal soprintendente Osanna, tra i primi in Italia a dimostrare che tutela, valorizzazione e promozione dei beni culturali si possono coniugare perfettamente. Fondamentale, poi, è l’apporto del ministro Dario Franceschini, dell’assessore regionale al Turismo, Pasquale Sommese, e del sindaco di Pompei, Ferdinando Uliano, il quale – compresa l’importanza dell’iniziativa – sta facendo tutto quanto nelle sue possibilità per consentire il successo dell’ambizioso e progetto».

In attesa di ciò, il 18 settembre nel Teatro Grande si parte con la prima del “La Bohème” di Puccini, eseguita dall’Orchestra del Bellini di Catania, diretta dal maestro Alberto Veronesi ed interpretata dal tenore Vittorio Grigolo (nel ruolo di Rodolfo), dai soprani Maria Carfora (Musetta) e Jessica Nuccio (Mimì). Nove telecamere della Pepito Produzioni di Agostino Saccà riprenderanno l’evento che sarà successivamente trasmesso sui maggiori canali culturali nazionali di Sky e della Rai. Il 20 settembre, invece, appuntamento con la «Carmen» del Balletto del Sud.


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