Buona lettura!
Mi chiamo Angelica, ho 15 anni e fino a qualche mese fa vivevo con la mia famiglia nella meravigliosa isola di Ponza, ero felice, avevo una bella casa su una scogliera da cui si poteva ammirare un paesaggio straordinario e respirare l’odore del mare in ogni attimo della giornata, due nonni che mi adoravano, un’amica del cuore che era tutto il mio mondo e a scuola andava tutto alla grande. Era una vita perfetta, perfetta per la mia età e i sogni grandiosi come quello di dirigere una commedia di Shakespeare in uno dei teatri più prestigiosi del mondo li lasciavo al futuro, perché allora ci credevo ancora al futuro, poi sono stata costretta a trasferirmi a Milano e la mia esistenza è andata in frantumi e ho smesso di credere in tutto. Da quando mi sono stabilita in questa città fredda e caotica sono sempre triste e sola, i miei genitori sono impegnati tutto il giorno con i loro nuovi lavori e la mia sorellina minore Allegra è continuamente in giro con i suoi nuovi amici, beata lei che riesce a socializzare con tutti, per me è sempre stato un problema fare amicizia con i miei coetanei per colpa di una timidezza patologica che mi trascino dietro da quando sono nata e da quando ho iniziato a frequentare il Beccaria le cose sono addirittura peggiorate. Nella nuova scuola non mi fila nessuno, è come se fossi un fantasma, soprattutto da quando Jennifer e le ragazze de l’Erba Cattiva hanno iniziato a prendermi di mira. Sono la vittima preferita dei loro scherzi più ignobili, per esempio l’altro giorno mi hanno lanciato addosso un sacchetto pieno di rospi ed io sono quasi impazzita dalla paura, e poi mi prendono in giro per l’apparecchio che porto ai denti, continuamente, tanto che ormai il mio nome non è più Angelica ma Bocca di ferro, un maledetto nomignolo che è diventato la colonna sonora delle mie giornate trascorse a scuola. Quelle ragazze mi odiano, lo vedo dai loro sguardi che si incendiano di una luce raggelante ogni volta che si posano su di me che mi odiano, anche se io non ho mai fatto niente per meritare un sentimento tanto negativo da parte loro, me ne sto sempre da sola e in disparte nel banchetto in cui mi hanno costretto a sedermi da quando è iniziata la scuola e non distolgo mai gli occhi dai miei libri, a volte non mi alzo nemmeno per andare in bagno pur avendone la necessità per paura di innescare una loro reazione violenta. Vivo le mie giornate con un magone allo stomaco e il terrore di quello che le ragazze de L’Erba Cattiva saranno ancora capaci di farmi, iniziano ad usare anche le mani, ci vanno giù pesante ed io non so come difendermi. Non riesco a parlarne con nessuno, mamma e papà sono troppo concentrati su loro stessi per ascoltarmi, Allegra è ancora una bambina e forse non riuscirebbe a capire la gravità del mio problema, la mia migliore amica vive a Ponza e raccontarle tutto significherebbe soltanto farla sentire in colpa per non potermi stare accanto. Ho provato a parlarne con l’insegnante di lettere ma è stato inutile, forse avrei fatto meglio a tacere, perché mi ha fatto sentire ancora più sola e impotente quando mi ha detto che non può fare niente per aiutarmi, Jennifer e le sue seguaci minacciano anche lei e gli altri professori quando fanno qualche piccolo tentativo di arginare la loro prepotenza, in classe sono loro a dettare legge. Sono disperata, a volte mi vengono pensieri strani, penso a Carolina e al ragazzo con i pantaloni rosa che hanno vissuto esperienze simili alla mia e hanno deciso di farla finita perché non hanno trovato un altro modo per uscire dall’incubo che ha distrutto le loro vite, ho pianto tante per le loro storie e ho pensato che morire fosse la soluzione migliore anche per me. Quando alzarsi la mattina dal letto diventa un incubo peggiore di quelli che durante la notte popolano i tuoi sogni, è normale pensare che chiudere gli occhi per sempre sia la cosa migliore, un ristoro per l’anima, la pace che non fa più parte dei tuoi giorni. Poi ci sono quei momenti in cui la vita pulsa prepotente nelle vene e ti fa capire che dovresti ribellarti, urlare al mondo quanto sia ignobile quello che ti stanno facendo passare, riprenderti tutto quello che ti hanno tolto forse è per questo che ho deciso di raccontare la mia storia attraverso le pagine di un romanzo. In realtà non l’ho scritto io personalmente perché io sono la protagonista della storia, non esisto, eppure esisto perché quello che qualcuno ha raccontato per me accade realmente a centinaia di adolescenti ogni giorno e in ogni angolo del mondo e spesso finisce molto male. Io sono certa che L’Erba Cattiva potrebbe spingere tanti giovani vittime di bullismo a trovare la forza di ribellarsi e aiutare gli adulti a capire che cosa si nasconde dietro gli infiniti silenzi dei loro figli perché come dice un personaggio molto importante del romanzo che parla di me: “I nostri ragazzi sono come dei giganteschi iceberg di cui spesso riusciamo a cogliere solo la superficie e ignoriamo la pericolosità di tutto ciò che c’è al di sotto, nella profondità dei loro pensieri più oscuri”.
Angelica Russo, protagonista de L’Erba Cattiva.
Che ve ne pare?
Se volete saperne di più: Link ad Amazon (per avere tutte le informazioni sul libro e per leggerne un estratto!)