Su Facebook sto leggendo commenti malevoli sulla decisione di Angelina Jolie di farsi asportare le ovaie dopo essersi già sottoposta a un intervento di doppia mastectomia.
L’accusano di aver poco cervello, di essere troppo ansiosa, di mania di protagonismo se non addirittura di farsi pubblicità con una notizia che avrebbe potuto tenere per sé, senza sbandierarla ai quattro venti.
Io invece sto dalla sua parte.
Ho letto del gene difettoso, presente nel suo organismo, che le avrebbe causato la probabilità dell’87% di sviluppare un cancro al seno e del 50% di un tumore alle ovaie, quel gene (BRCA1, BReast CAncer)), che aveva già causato il decesso per cancro sia della madre che della zia. Con le operazione che ha dovuto affrontare le probabilità non si annullano, però si riducono sensibilmente. La mammografia infatti non è sufficiente a diagnosticare precocemente l’insorgenza di cancri di origine genetica ed anche un sano tenore di vita e di alimentazione non è sufficiente a prevenire l’insorgenza del male, che si presenta in maniera molto veloce ed aggressiva ed in età ancora giovanile. In quanto all’accusa di protagonismo, anche qui mi trovo in accordo con l’attrice statunitense: certamente non è un piacere sottoporsi a simili operazioni, invalidanti sia dal punto di vista fisico che psichico, ma lei ha preferito rendere noti questi fatti anche per rendere edotte le donne sui pericoli che corrono se non si sottopongono a determinati esami. D’accordo, il suo è un episodio fortunatamente non frequente nella casistica dei tumori, ma avere una maggior informazione a volte può davvero salvare una vita. Inutile dire che, al suo posto, avrei fatto altrettanto.
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