Angelo Rughetti risponde sulla riforma PA

Creato il 22 settembre 2014 da Leone_antonino @AntoniLeone

Subito dopo la lettura del disegno di legge delega “Riorganizzazione delle amministrazioni pubbliche” ho inviato una e-mail ai deputati Alessia Rotta e Diego Zardini nella quale esprimevo le mie perplessità e preoccupazioni in quanto il D. L. n. 90/2014 ed il disegno di legge delega non prevedono, nonostante l’esperienza fallimentare, il superamento delle norme dettate dal D. Lgs. n. 150/2009 (decreto Brunetta) in materia di autonomie locali. E-mail inviata ai deputati Alessia Rotta e Diego Zardini “Sono molto preoccupato in quanto il D. L. n.90/2014 ed il disegno di legge delega sulla PA non prevedono cambiamenti nei confronti dei comuni e delle regioni. Pertanto rimangono in vigore le norme previste dalla legge Brunetta (D. Lgs. n. 150/2009) con tutti i loro limiti: Norme facoltative per le autonomie locali. I Comuni potranno continuare a istituire il nucleo di valutazione anziché l’organismo indipendente di valutazione (OIV), obbligatorio solo per le amministrazioni dello Stato e per gli enti pubblici non economici. La letteratura manageriale ha espresso critiche fondate e pesanti nei confronti del nucleo di valutazione (autoreferenzialità, assenza di canali di comunicazione con l’esterno, assenza di indicatori di performance, risultati insufficienti ecc.). Occorre nintrodurre nei comuni e nelle regioni il sistema di misurazione e valutazione della performance al fine di erogare servizi di qualità senza dispendio di risorse. Tale strumento non è obbligatorio per le autonomie locali. Inoltre, non è previsto il benchmarking tra i comuni, classificati per popolazione, le Regioni e le strutture del Servizio sanitario nazionale. Per realizzare tale comparazione è necessario stabilire a livello centrale degli indicatori comuni di performance.
E’ necessario abrogare il c. 2 dell’art. 13 del D. Lgs n. 150/2009 perché svuota di poteri l’organo di controllo e valutazione (ex Civit ora Dipartimento della funzione pubblica) e realizzare con le associazioni (Anci e Conferenza delle Regioni) una consultazione prima di introdurre le norme obbligatorie per le autonomie locali (OIV, sistema di misurazione e valutazione della performance, indicatori di performance,benchmarking).
L’art. 19, c. 9, del D. L. n. 90/2014 conv. nella L. n. 114/2014 prevede il trasferimento delle competenze in materia di misurazione e valutazione della performance al Dipartimento della funzione pubblica. Questa decisione è uguale a quella di Brunetta che non ha voluto istituire un’Autorità ad hoc e si è limitato a creare l’ex Civit. In definitiva tali competenze verranno gestite da un organo che dipenderà dalla Presidenza del Consiglio e quindi non potrà operare in completa autonomia e indipendenza. Non bisogna dimenticare che accanto alla misurazione e valutazione occorre prevedere la trasparenza della performance affinché i cittadini possano prendere conoscenza dei risultati e delle risorse utilizzate.
Questi sono alcuni problemi della Riforma della PA.” …………
Alessia Rotta, ritenendo importante la mia comunicazione, ha girato l’e-mail al Sottosegretario Angelo Rughetti, il quale gentilmente mi ha inviato la seguente risposta.
“Ci riferiamo alla Sua email relativa al tema della valutazione negli enti locali. Siamo pienamente d’accordo sul fatto che la valutazione e la meritocrazia, intesa in senso ampio, delle persone e delle strutture, siano la chiave di volta per una Pubblica Amministrazione a servizio dei cittadini; crediamo tuttavia che per quanto riguarda il tema specifico della valutazione e della misurazione della performance negli Enti Locali, quanto accaduto negli ultimi anni ci imponga una riflessione particolare.
Già il CCNL del 31.03.1999 aveva introdotto negli enti locali l’obbligo di definire strumenti di valutazione ai fini della erogazione dei premi di produttività; questo precettoè stato ulteriormente rafforzato con il dlgs 150/2009, artt. 18 e 54, che, pur lasciando agli enti locali ed alle Regioni l’autonomia nelle modalità di adeguamento, ha posto un vincolo valevole per tutte le amministrazioni, ivi compresi gli enti locali, ai quali è vietata ogni forma di distribuzione delle risorse destinate alla produttività in assenza dell’adozione degli strumenti di valutazione della performance, la violazione di tale vincolo determina responsabilità erariale a carico dell’Amministrazione. Allo stesso modo, per quanto riguarda il tema degli Organismi di Valutazione, la CIVIT (ora A.N.A.C) con proprie Delibere ha dettato criteri molto stringenti per l’adeguamento alla nuova normativa anche da parte degli enti locali, tenuti a rivedere i propri Nuclei di valutazione conformandosi ai precetti vincolanti contenuti nelle citate Delibere. A fronte di tutto ciò, abbiamo assistito in questi anni alla produzione da parte di tantissimi Comuni di elaborati piani della performance, all’adozione di complessi regolamenti sui nuovi organismi di Valutazione, il cui risultato spesso però in termini complessivi di efficienza e premialità non è stato, purtroppo, quello atteso. Non crediamo, quindi, sia un problema di introdurre nuovi obblighi ma di capire dove e in che termini questo modello va rivisto, anche alla luce del nuovo contesto socio economico nell’ambito del quale ci muoviamo; nella riforma della PA che abbiamo avviato con il DL n. 90/2014 e, soprattutto, con il Disegno di legge Delega AS n. 1577, abbiamo puntato allo sviluppo di una PA – statale, regionale e locale -, semplice e fluida nonché sulla responsabilizzazione degli attori coinvolti, in primis i dirigenti pubblici, assegnando alla valutazione del loro operato un peso fondamentale e concreto, anche ai fini del rinnovo degli incarichi. Ovviamente, c’è tanto ancora da fare; la ringraziamo quindi per le sollecitazioni e per le considerazioni”. Considerazioni a caldo Dalla risposta del sottosegretario Angelo Rughetti si evince chiaramente la volontà di non affrontare nell’immediato le questioni relative alle autonomie locali nel disegno di legge delega sulla riforma delle PA. Non è sufficiente aver superato la figura del Segretario comunale ed aver previsto nuove norme sulla dirigenza per realizzare un percorso di cambiamento delle autonomie locali. Ritengo che le problematiche ancora aperte che riguardano le autonomie locali (Regioni, Città metropolitane e Comuni) devono essere affrontate con lo strumento del disegno di legge delega e non più rinviate. In un momento in cui occorre eliminare gli sprechi ed i doppioni e recuperare risorse e qualità dei servizi, è urgente porre le basi per la riorganizzazione delle autonomie locali, le quali, pur essendo formalmente in linea con i principi del D. Lgs. n. 150/2009 confermano lo status quo, sperperano risorse utilizzando strumenti inefficaci (servizi di controllo interno e nuclei di valutazione). Si fa presente che le norme “stringenti” della Civit riguardano solamente gli enti territoriali che hanno adottato l’organismo indipendente di valutazione e non quelli che continuano ad utilizzare i vecchi organismi di valutazione. Il sistema di incentivazione legato ai piani come può essere applicato negli enti territoriali dove manca completamente un sistema di misurazione e valutazione della performance? Tuttavia vi sono enti locali che hanno distribuito gli incentivi pur non avendo introdotto un sistema di misurazione e valutazione efficace e gli indicatori di efficacia e di efficienza. A mio avviso occorre riordinare la materia degli incentivi al personale, la cui erogazione deve essere condizionata alla introduzione del sistema di misurazione e valutazione della performance e alla adozione degli indicatori della performance. Si ritiene fondamentale per facilitare tale percorso modificare ed integrare il D. Lgs. n. 150/2009 nel modo seguente: - Abrogazione del c. 2 dell’art. 13 del Decreto al fine di far rientrare nell’area di controllo e di supporto della ex Civit (ora Dipartimento della Funzione Pubblica) le autonomie locali. Fino a questo momento la Conferenza delle Regioni e delle Province autonome e l’Anci non hanno prodotto i risultati sperati dal legislatore; - L’estensione dei commi 1 e 2 dell’art. 14 del Decreto alle autonomie locali al fine di sostituire i servizi di controllo interno ed i nuclei di valutazione con l’Organismo indipendente di valutazione, disciplinato dal D. Lgs. n. 150/2009. I vecchi organismi di valutazione sono stati duramente criticati dalla letteratura manageriale per i risultati insufficienti conseguiti e per l’autoreferenzialità. Inoltre, occorre prevedere nel disegno di legge delega il conferimento del potere al Governo affinchè possa legiferare nelle seguenti materie: - La introduzione del sistema di misurazione e valutazione della performance; - L’adozione degli indicatori di performance; - La costituzione dell’Organismo di valutazione della performance in sostituzione dei servizi di controllo interno ed i nuclei di valutazione; - La rivisitazione del sistema premiale al personale ed ai dirigenti. Ritengo che il Ministero della semplificazione e la pubblica amministrazione può avviare una fase di consultazione e di confronto con le associazioni degli enti territoriali al fine di concordare l’introduzione degli strumenti di performance management e avviare una stagione di cambiamento anche nelle autonomie locali. Il primo passo che deve essere compiuto è quello di prevedere nel disegno di legge la delega al Governo di intervenire per migliorare lo stato delle autonomie locali con gli strumenti indicati. Dopo è necessario aprire un dialogo con l’Anci e la Conferenza delle regioni e delle province autonome e, quindi, adottare un apposito decreto legislativo. Il disegno di legge delega “Riorganizzazione delle amministrazioni pubbliche” è una occasione da non perdere altrimenti si sceglie di non contrastare le inefficienze e gli sprechi nelle autonomie locali e di non migliorare la qualità dei servizi e il rapporto tra le istituzioni territoriali ed i cittadini.



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