Nel post precedente ho fatto riferimento ad un autore il cui romanzo di esordio mi ha colpito profondamente. Sto parlando di Richard Mason e del suo Anime alla deriva, un libro del 1999 scritto a soli ventidue anni, pieno di frasi folgoranti e dotato del fascino derivante da quelle storie che io chiamo "un pò malate": il maestro di questo genere è Patrick McGrath di cui vi scriverò prossimamente. Si tratta di drammi passionali, con una forte componente data al sadismo psicologico, ai sensi di colpa e alla distruttività delle emozioni.
Nella prima pagina l'anziano James confessa al lettore di aver ucciso la moglie Sarah. Parte così un lungo flashback che porta a spiegare le ragioni di un simile gesto, compiuto in età così avanzata. Si torna allora a cinquant'anni prima, a quando James, appena ventenne, conosce Ella, la cugina della sua futura moglie, e se ne innamora ricambiato di un amore distruttivo, segnato da un oscuro passato. Questo sentimento li porta per la prima volta a sperimentare la passione, passione che distruggerà anzitutto Eric, un amico di James innamorato di lui. Pagina dopo pagina ci si rende conto che la vita di James è stata segnata dall'ingenuità giovanile e, soprattutto, dall'inganno perpetrato nei suoi confronti...
Le atmosfere sono piuttosto cupe, velate da un presagio sempre crescente di marcio, di sfatto, di ineluttabile. Un senso claustrofobico di pesantezza, di stagnazione in una pozza di pensieri bui rapisce più si va avanti. La scrittura è in prima persona, una sorta di confessione/giustificazione in cerca di una assoluzione impossibile. Insomma è uno di quei libri in cui non vedi l'ora di svolgere il bandolo della matassa e di capire come sono andate le cose e che chiudi avendo accumulato un bel pò di impressioni.
"Il corpo insanguinato di Sarah ha meno potere di commuovermi che il dolce, aspro odore delle sigarette di Ella e del suo sapore da tanto tempo dimenticato, ma adesso affiorato alla memoria."
"Mentre la baciavo provai la pura gioia di esserci ritrovati, il potere assoluto e schiacciante della nostra passione, la forza di quella unione. E non ebbi il buon senso di averne paura."